Dirotta pullman e gli dà fuoco, terrore per 51 ragazzini

Un fermo immagine tratto dal profilo Facebook di Marco Cella mostra il bus in fiamme sulla strada provinciale 415 all'altezza di San Donato Milanese (Milano), il 20 marzo 2019.
Un fermo immagine tratto dal profilo Facebook di Marco Cella mostra il bus in fiamme sulla strada provinciale 415 all'altezza di San Donato Milanese (Milano), il 20 marzo 2019.

SAN DONATO MILANESE (MILANO). – “E’ un miracolo, poteva essere una strage”: il procuratore di Milano Francesco Greco e il ministro dell’Interno Matteo Salvini dicono senza tanti giri di parole quello che ha pensato chiunque abbia visto la carcassa del pullman completamente bruciato lungo la Paullese. Non ci sono state invece conseguenze fisiche per 51 ragazzini che, però, difficilmente dimenticheranno in fretta la spaventosa esperienza che hanno vissuto.

Dalla palestra esterna all’istituto, dovevano tornare nella loro scuola media, la Vailati di Crema (Cremona), sul pullman guidato da Ousseynou Sy, un autista che altre volte li aveva accompagnati. E invece il senegalese di 47 anni con cittadinanza italiana, da 15 anni impiegato della società Autoguidovie lombarda senza mai creare problemi al lavoro, aveva un altro programma: fare “un gesto eclatante” per risvegliare l’Africa contro le politiche migratorie europee. E ha quindi imboccato la strada in direzione Milano per raggiungere l’aeroporto di Linate, dando inizio a 40 minuti di viaggio di terrore.

“Da qui non uscirà vivo nessuno”, ha detto, tirando fuori una tanica di benzina e ordinando poi a un docente di legare con delle fascette di plastica i polsi dei ragazzi. “Diceva che se ci muovevamo, versava la benzina e accendeva il fuoco. Continuava a dire che le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e di Salvini”, ha raccontato una studente. “Voglio farla finita, vanno fermate le morti nel Mediterraneo”, ha aggiunto, facendo posare i cellulari ai ragazzi e ai tre adulti che li accompagnavano.

Non li ha raccolti tutti, però, e così sono arrivate le prime telefonate di allarme alla scuola e alle forze dell’ordine, con gli insegnanti rimasti alla Vailati che hanno “sentito le voci concitate dei ragazzi e in quel momento abbiamo capito che stava succedendo qualcosa”. Il primo blocco di due macchine dei carabinieri è stato forzato da Sy, che ha continuato la sua corsa fino a quando altre tre macchine dei militari lo hanno raggiunto, riuscendo a bloccare l’autobus contro il guard rail.

E’ stato quello il momento di massima tensione: due carabinieri lo hanno fronteggiato non appena è sceso con in mano un accendino con cui ha poi dato fuoco al pullman, mentre gli altri militari dopo aver rotto due finestrini riuscivano a far scappare tutti i passeggeri dalla parte posteriore del mezzo. Chi urlando, chi piangendo, tutti sono corsi in strada verso la salvezza.

Nessuno si è fatto male, 14 tra ragazzi e adulti sono rimasti leggermente intossicati per il fumo che si è alzato con una lunga colonna nera dal mezzo che andava in fiamme, mentre gli altri sono stati portati in una scuola della vicina San Donato Milanese, con l’immediato supporto di uno psicologo. “Hanno compiuto un’operazione che si vede nei film delle squadre speciali. Se non stiamo a piangere 51 bambini è grazie a loro”, ha detto il procuratore Greco, aggiungendosi ai tanti, dal ministro Elisabetta Trenta al governatore Attilio Fontana, che hanno fatto i complimenti ai militari dell’Arma.

Fermato con le accuse di sequestro di persona, strage, incendio e resistenza, con l’aggravante della finalità terroristica, dal primo interrogatorio sembra che quella del senegalese sia stata solo una folle protesta contro la politica sui migranti del governo italiano. Ha ammesso di aver organizzato tutto da tempo e aveva già mandato un video in Senegal “per dire Africa sollevati”, come ha spiegato il responsabile dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili, che ha escluso legami con l’Isis e che la vicenda vada inquadrata nel “terrorismo islamico”.

La Procura cercherà di capire però come Sy, con precedenti per violenza sessuale e guida in stato di ebbrezza, potesse svolgere l’attività di autista di bus. E il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, annuncia “una circolare a tutti i sindaci: chi lavora con il pubblico, specie con i ragazzini, porti la fedina penale. Serve il certificato penale obbligatorio”.

(di Enrico Martinelli/ANSA)

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