Shams Nadir: “Nell’era degli algoritmi più bisogno di poesia”

La copertina del libro "Il canto delle sirene" di Nadir.
La copertina del libro "Il canto delle sirene" di Nadir.

ROMA. – Abbiamo “più che mai bisogno di poesia”. Lo dice all’ANSA Shams Nadir, pseudonimo del poeta e scrittore tunisino Mohamed Nadir Aziza, che ha ricoperto vari incarichi per l’Unesco ed è cancelliere-fondatore dell’Accademia mondiale della poesia di Verona dove presenterà ‘Il canto delle sirene’ (Edizioni Lavoro), un omaggio alle donne di ogni cultura ed epoca, nella Giornata Mondiale della Poesia.

“L’immagine e l’algoritmo hanno invaso lo spazio dell’immaginario nel mondo di oggi. La pratica del ‘breve termine’ in politica, l’onnipotenza del denaro e l’affermazione dell’individualismo hanno seriamente distrutto l’equilibrio della vita nella società. Solo la poesia sa come porre una benda sulle ferite dell’anima ricordandoci il bisogno imperativo di imparare di nuovo a vedere nei petali di un fiore che si apre alla rugiada il miracolo di un sole che rinasce ogni giorno, non arrendendosi all’oscurità” spiega Nadir.

Ne ‘Il canto selle sirene’, tradotto e curato da Isabella Camera d’Afflitto, vengono rivissute leggende e personaggi dell’immaginario collettivo, non solo del mondo arabo-islamico, attraverso cinque donne legate da un filo conduttore rappresentato dal continuo variare del ciclo che dalla morte riconduce alla vita. “Ognuna delle cinque donne, le eroine delle storie della raccolta, rappresenta un aspetto di quello che penso sia un ‘paesaggio generale’ dell’eterno femminile.

Nel primo racconto, Zahra rappresenta la fioritura dell’amore. Indira, nella seconda narrazione, incarna le delizie e i tormenti della creazione. Gopa impersona, invece, la ricerca esasperata della conoscenza. La Donna di Sabbia della quarta storia esprime il soprannaturale. Infine, la Regina di picche è una rappresentazione della morte. Quindi, nel dispiegarsi dei racconti, passiamo dall’amore alla morte e ci inoltriamo nel delicato territorio della creazione e della conoscenza” racconta lo scrittore che condanna il femminicidio.

“In alcuni paesi particolarmente sessisti, è necessario criminalizzare la violenza contro le donne e porre fine all”indulgenza’che troppo spesso viene concessa ai molestatori” dice Nadir. “Il femminicidio è, in primo luogo, un crimine, in qualsiasi posto della terra esso si verifichi. Deve essere condannato, nel modo più chiaro, in qualsiasi circostanza venga commesso questo delitto. Non c’è differenza se la violenza è stata fatta alle donne nel mondo musulmano, in Occidente o in qualche altra parte del mondo” spiega.

E sottolinea che “questa violenza scaturisce da una grave carenza di istruzione di base e in parte viene spesso ereditata da tradizioni reazionarie, che negano il riconoscimento dei diritti della donna, rifiutando la sua autonomia e la pari dignità con l’uomo. Per combattere questo flagello, dobbiamo, prima di tutto, rafforzare l’educazione di base di ragazze e ragazzi, combattere gli stereotipi che bloccano il genere in ruoli prestabiliti, assicurare formazione professionale per le ragazze e consolidare il processo di uguaglianza di genere nell’accesso alle professioni, mirando ad una retribuzione paritaria”.

Perché abbia scelto uno pseudonimo Aziz lo spiega con motivazioni pubbliche e personali: “in primo luogo è stata l’esigenza di obbedire a un regolamento dell’Unesco, organizzazione internazionale in cui ho ricoperto una posizione di responsabilità, che mi ha obbligato a questa scelta di ordine etico. Poi, ho scoperto che usare uno pseudonimo aveva degli aspetti positivi. Il mio lavoro, infatti, è stato giudicato solo in base al suo valore intrinseco e non più in riferimento alla posizione sociale o professionale del suo autore”.

Questa edizione della Giornata mondiale della poesia è particolarmente interessante per Nadir “perché segna il ventesimo anniversario dal momento in cui la Conferenza Generale dell’UNESCO ha deciso di proclamarla”. E tra le tante iniziative dell’Accademia Mondiale di Verona sottolinea quella che “a partire da quest’anno, cercherà di selezionare, in ogni edizione, una poesia proveniente da un paese straniero, per far scoprire al pubblico italiano, la creazione poetica di altre regioni del mondo. Nel 2019, la poesia del Libano sarà particolarmente celebrata a Verona”.

(di Mauretta Capuano/ANSA)

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