La nostra sfida, nonostante le avversità

 

Fare giornalismo in Venezuela non è mai stato così difficile come negli ultimi 20 anni. Poco a poco, i giornali indipendenti, quelli che come il nostro hanno fatto una scelta editoriale chiara e precisa e si sono rifiutati di trasformarsi in megafono della propaganda ufficiale, sono stati emarginati. Lentamente, ma inesorabilmente, il governo ha messo in atto una strategia orientata a soffocarli. All’inizio solo semplici minacce contro i singoli giornalisti accusati di essere “al soldo dell’imperialismo”; poi negando l’accesso alle fonti d’informazione ufficiali – leggasi, ministeri, organismi e aziende dello Stato – e, quindi, interrompendo la pubblicazione di statistiche fondamentali per capire lo sviluppo economico e sociale del Paese.

Ma non è tutto. Nella crisi globale nella quale è precipitato il paese, industria e commercio hanno ridotto al minimo fino quasi a sopprimerlo, il loro “budget” pubblicitario, ninfa essenziale dei mass-media indipendenti. E le aziende dello Stato, le uniche che hanno le risorse sufficienti per nutrire i giornali con la loro pubblicità, oggi discriminano tra giornali filogovernativi e non.

L’accesso alla carta, poi, è stato impiegato per asfissiare la stampa. In mano allo Stato, che ne ha il monopolio, è diventato uno strumento di ricatto. I quotidiani, per risparmiare le materie prime di difficile accesso, hanno prima ridotto il numero degli esemplari stampati, poi via via il numero di pagine e infine, già senza carta, interrotto le pubblicazioni per orientarsi verso la web. Ormai i quotidiani che ancora vantano l’edizione cartacea sono pochissimi e tutti “filo-governativi”.

I continui black-out, durante e dopo la lunga interruzione del servizio elettrico che ha tenuto il Venezuela all’oscuro per giorni, hanno messo in crisi tutti i “mass-media” emigrati nell’immensa galassia della web. Senza un servizio elettrico costante e con l’internet controllato dallo Stato, fare giornalismo, per questi mezzi di comunicazione, è una sfida quotidiana. E offrire ai lettori un servizio informativo completo un miracolo che non sempre avviene.

Per questo, ci scusiamo con i lettori se in questi giorni, a causa delle difficoltà oggettive che tutti ormai conosciamo, non riusciamo a informare opportunamente come vorremo. Siamo parte del Paese. Non siamo estranei alle conseguenze dei black-out, alla lentezza del segnale “internet” e del suo viavai, e dei disservizi diventati il nostro pane quotidiano. Resta comunque inalterato il nostro desiderio di offrire ai lettori dentro e fuori del Venezuela un’informazione, onesta e completa che permetta di capire la nostra realtà e quella del mondo che ci circonda. E’ questa la nostra sfida, la nostra promessa.

Mauro Bafile