La Basilicata consegna la leadership del centrodestra a Salvini

Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Basilicata
Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi . ANSA/ PRESS OFFICE/ LIVIO ANTICOLI

ROMA. – Il centrodestra conquista per la prima volta la “regione rossa” del Sud: i 122.548 voti raccolti dalle sue liste raddoppiano i 48.370 ottenuti nelle precedenti regionali del 18 novembre 2013, ma con un ribaltamento dei rapporti di forza interni in favore della Lega e a scapito di Fi. Se il raffronto viene invece effettuato, per ragioni temporali, con le politiche del 4 marzo 2018, il dato più evidente è il marcato calo di M5s che si è attestato a 58.658 voti rispetto ai 139.158 di appena un anno fa, anche se cresce nettamente rispetto alle regionali del 2013 mantenendo il primato nella Regione.

Il primo dato inaspettato di queste Regionali riguarda la partecipazione, in costante calo in Lucania dal 1994 (allora 78,6%), con il picco negativo dell’ultima tornata, in cui votò solo il 47,60% (273.794) elettori. Domenica si è recato alle urne il 53,22% (307.188 elettori).

Se il centrodestra è il vincitore di queste Regionali della Basilicata, con i voti aumentati del 250%, la geografia interna è completamente riscritta. Fi, da sempre egemone, domenica ha raccolto 26.457 voti dei 122.548 dell’intera coalizione, cioè il 21,6%, mentre nelle precedenti Regionali ne controllava il 57% (29.022 su 48.370). All’opposto la Lega, il cui simbolo per la prima volta è presente sulla scheda ha ottenuto 55.393 voti.

Nel 2013 si erano svolte anche le politiche a febbraio, e in quella occasione la Lega aveva ottenuto solo 382 voti, cioè lo 0,1%. Incoraggianti le cifre di Fdi, scelto da 17.112 elettori (5,91%) mentre cinque anni aveva avuto 12.033 voti, ma insieme a Grande Sud e Scelta Civica. Anche il paragone con le politiche consegna gli stessi trend: nel marzo 2018 Fi ottenne 38.906 voti (12,40%), cioè il doppio della Lega (19.704 voti pari al 6,28%), mentre Fdi aveva raccolto il consenso di 11.587 elettori (3,69%).

Il centrosinistra risulta in forte ridimensionamento rispetto al 2013 e in ripresa sul 2018, ma con il Pd fermo, pagando le divisioni interne che ne avevano messo in discussione addirittura la presentazione del simbolo, alla fine in corsa insieme a quello di “Comunità democratiche”.

La coalizione ha raccolto esattamente 96.000 voti (33,18%) rispetto ai 148.381 (62,75%) delle precedenti Regionali. Di questi ultimi il Pd ne aveva avuti 58.730 (24,84%) e i restanti le altre liste (Psi, Idv, CD, la lista del presidente Pittella e una civica); domenica il Pd si è fermato a 22.423 voti pari solo al 7,75%, superato da Avanti Basilicata, promossa da Marcello Pittella, con 24.957 voti (8,63%), a cui si aggiungono altre liste civiche riconducibili ai Dem, per un totale del 23% circa.

Alle politiche 2018 il centrosinistra ottenne 61.547 voti (19,62%), di cui 50.653 al Pd (16,15%). Un incremento rispetto a quella tornata del 55%. M5s è cresciuto rispetto alle Regionali 2013, anzi ha quasi raddoppiato i consensi, passando dai 32.919 voti (13,19%) ai 60.070 di domenica (20,32%). Se invece il confronto è effettuato con le politiche del marzo 2018, non può che registrarsi il marcato scivolamento rispetto a quei 139.158 voti, pari al 44,36%.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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