Ekrem Imamoglu, l’altra Turchia trova un leader

ISTANBUL. – Non ha alzato la voce neppure mentre proclamava di aver espugnato Istanbul. E quando i suoi sostenitori hanno festeggiato intonando lo slogan dei kemalisti, “siamo i soldati di Ataturk”, lui li ha subito placati: “Voglio essere il sindaco di tutti, a prescindere dalla cultura, dall’etnia e dalla religione. E mi aspetto da voi lo stesso rispetto”.

Ekrem Imamoglu è un turco tranquillo. L’uomo che ha rovesciato i pronostici in una sfida impari per notorietà, potere economico e copertura mediatica, anche nella vittoria non ha perso il suo aplomb. Unica concessione all’ansia, un fazzoletto per tamponarsi nervosamente il volto.

Un quarto di secolo dopo, si accomoda così sulla poltrona da cui partì l’ascesa di Recep Tayyip Erdogan, e l’opposizione turca già sogna di vedergli sfilare anche quella di presidente, in un futuro magari non troppo lontano. Al Sultano lo accomunano intanto le radici nel Mar Nero – Imamoglu è nato 49 anni fa a Trebisonda – e un passato da calciatore dilettante.

Dirigente sportivo nel club della sua città, è da trent’anni un istanbuliota d’adozione. Sposato con tre figli, dopo la laurea in amministrazione finanziaria ha guidato l’azienda edile di famiglia. Poi è arrivata la politica per i repubblicani del Chp, con tanto associazionismo di base a Beylikduzu, la municipalità alla periferia europea della megalopoli sul Bosforo che ha amministrato negli ultimi cinque anni.

“Oggi gli elettori di Istanbul sono scontenti”, assicurava all’ANSA alla vigilia del voto, spiegando di voler vincere con il sostegno di tutti, per poi governare con tutti. L’opposto di un leader divisivo come Erdogan, ma anche di quel Muharrem Ince che la scorsa estate lo sfidò alle presidenziali. Volto e stile nuovi, che complice il malcontento per la crisi economica hanno saputo fare breccia.

Diversi sono profilo e storia dell’altro uomo copertina di questo voto, il nuovo sindaco di Ankara Mansur Yavas, anche lui del Chp. Dopo aver perso cinque anni fa per una manciata di voti in uno scrutinio anche allora molto contestato, si è preso la rivincita. In comune con Imamoglu, il 63enne politico di scuola nazionalista ha avuto una campagna tutta fatta sul terreno. Un uomo di Ankara – a lungo amministratore del distretto di Beypazari – che ai suoi abitanti ha saputo restituire l’orgoglio per una ‘capitale dimenticata’, la città cui il resto dei turchi guarda da sempre come eterna seconda.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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