Il Papa ai giovani: “Nessun tabù su sessualità, è dono di Dio”

Papa Francesco con un gruppo di giovani facendo selfie col cellulare
Papa Francesco con un gruppo di giovani facendo selfie col cellulare

CITTA’ DEL VATICANO. – La Chiesa che deve “ascoltare” le nuove generazioni e liberarsi da chi vuole “invecchiarla, fissarla sul passato, frenarla, renderla immobile”. I drammi che vivono i giovani in tanti contesti odierni, dalle guerre, alla tratta, allo sfruttamento sessuale, alla criminalità organizzata, agli stupri, e su cui “non dobbiamo mai fare l’abitudine”.

I rischi dell’ambiente digitale, tra cui quello “di manipolazione delle coscienze e del processo democratico”, o quanto meno di fomentare “pregiudizi e odio”. I migranti “come paradigma del nostro tempo”, che suscitano “allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici”, diffondendo così “una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su se stessi, a cui occorre reagire con decisione”.

Sono tanti gli argomenti con cui papa Francesco guarda al mondo giovanile nella sua esortazione apostolica post-sinodale “Christus vivit” (Cristo vive), firmata lunedì 25 marzo nella Santa Casa di Loreto e pubblicata oggi, indirizzata “ai giovani e a tutto il popolo di Dio”. Un documento ampio, articolato, composto di nove capitoli divisi in 299 paragrafi, in cui il Papa spiega di essersi lasciato “ispirare dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo” dei giovani, celebrato in Vaticano lo scorso ottobre.

Quindi un’argomentazione partecipe ed empatica, quella del Pontefice, diretta ad accompagnare i giovani nel “discernimento” sulle loro prospettive di vita, siano queste “l’amore e la famiglia”, quindi con al centro il tema della sessualità, siano invece la vocazione “consacrata”. Per il Papa, “in un mondo che enfatizza esclusivamente la sessualità, è difficile mantenere una buona relazione col proprio corpo e vivere serenamente le relazioni affettive”.

Anche per questo la morale sessuale è spesso causa di “incomprensione e di allontanamento dalla Chiesa” percepita “come uno spazio di giudizio e di condanna”, nonostante vi siano giovani che si vogliono confrontare su questi temi. Francesco osserva poi che in tema di amore e famiglia, “i giovani sentono fortemente la chiamata all’amore e sognano di incontrare la persona giusta con cui formare una famiglia”, e il sacramento del matrimonio “avvolge questo amore con la grazia di Dio, lo radica in Dio stesso”.

Dio ci ha creati sessuati, Egli stesso ha creato la sessualità, che è un suo dono, e dunque “niente tabù”. È un dono che il Signore di dà e “ha due scopi: amarsi e generare vita. È una passione: il vero amore è appassionato”. E nonostante le difficoltà, come l’aumento di separazioni e divorzi, sottolinea, “voglio dirvi che vale la pena scommettere sulla famiglia e che in essa troverete gli stimoli migliori per maturare e le gioie più belle da condividere. Non lasciate che vi rubino la possibilità di amare sul serio”: “Credere che nulla può essere definitivo è un inganno e una menzogna vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare controcorrente”.

In “Christus vivit” il Papa parla anche degli abusi sui minori, fa proprio l’impegno del Sinodo per l’adozione di rigorose misure di prevenzione, esprime gratitudine “verso coloro che hanno il coraggio di denunciare il male subìto”. Ricorda che “grazie a Dio” i sacerdoti che si sono macchiati di tali “orribili crimini non sono la maggioranza, che invece è costituita da chi porta avanti un ministero fedele e generoso”.

Chiede quindi ai giovani, se vedono un prete a rischio perché ha imboccato la strada sbagliata, di avere il coraggio di ricordargli l’impegno verso Dio il suo popolo. Per Francesco, comunque, la Chiesa non ricorre ad alcuna chirurgia estetica, “non ha paura di mostrare i peccati dei suoi membri”. Questo momento oscuro, con l’aiuto dei giovani, “può essere davvero un’opportunità per una riforma di portata epocale, per aprirsi a una nuova Pentecoste”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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