Pittsburgh dà l’esempio in Usa e vieta i fucili d’assalto

La polizia interviene dopo le proteste per l'uccisione di un afroamericano. Pittsburgh
La polizia interviene dopo le proteste per l'uccisione di un afroamericano. EPA/MICHAEL NAGLE

WASHINGTON. – Stop ai fucili d’assalto, quelli il cui uso dovrebbe essere relegato ai campi di battaglia e che invece in America sono la causa di tante stragi, come i famigerati AR-15 o AK-47. A deciderlo è la città di Pittsburgh, in Pennsylvania, teatro lo scorso anno della sparatoria in una sinagoga in cui morirono 11 persone. Una ferita ancora aperta, che ha però portato al varo di una legislazione all’avanguardia in tutti gli Stati Uniti e che ora potrà fungere da modello per quella stretta a livello federale attesa da troppo tempo.

La legge approvata dal consiglio comunale di Pittsburgh mette fuori legge in tutta la città “produrre, vendere, acquistare, trasportare, portare con sé o detenere in qualsiasi altra forma fucili d’assalto”. In pratica quello che tante associazioni civili e tante famiglie delle vittime stanno chiedendo da tempo a livello nazionale, dove però ogni tentativo di vietare le armi semiautomatiche ed automatiche in stile militare è stato frustrato dall’azione della potente lobby della Nra.

E se in Nuova Zelanda dopo la strage in due moschee il bando è stato una delle prime misure prese dal governo, negli Usa fu bloccato anche dopo il massacro dei 20 bambini della Sandy Hook Elementary School del 2012, o dopo la strage più grave della storia Usa, quella del concerto di Las Vegas nel 2017.

La legge varata a Pittsburgh mette al bando anche i cosiddetti ‘supercaricatori’, in grado di contenere un altissimo numero di pallottole, e le munizioni più potenti, quelle in grado di perforare vetri o veicoli blindati o i giubbotti anti proiettile. Previsto poi un rafforzamento dei controlli che dovrà portare al sequestro delle armi da fuoco possedute da persone ritenute pericolose per gli altri o per se stesse. L’unico modo per fermare questa legiurgslazione è adesso l’eventuale ricorso davanti alla giustizia da parte delle associazioni a favore delle armi, determinate a bloccare una legge considerata incostituzionale.

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