M5S pressato dal Pd, Di Maio alle Europee sfida le destre

Il vice premier e leader del M5s Luigi Di Maio durante la manifestazione del movimento 5 stelle al Circo Massimo.
Il vice premier e leader del M5s Luigi Di Maio durante la manifestazione del movimento 5 stelle al Circo Massimo, Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Parola d’ordine, “diversità dalla Lega”. Obiettivo, non farsi superare dal Pd di Nicola Zingaretti. Su questi due pilastri si svilupperà la campagna per le Europee del M5S. E sono due pilastri dai quali il Movimento non può prescindere perché andare sotto il 20%, per Di Maio, avrebbe conseguenze nefaste sia negli equilibri di governo sia in quelli interni ai pentastellati.

Da giorni, in fondo, il M5S sta preparando il terreno della sua campagna con uno sguardo che, se non è rivolto a sinistra, è perlomeno diretto a chi, a Strasburgo, vuole un’Ue diversa ma non meno forte. Forze con cui il M5S potrebbe far convergere i suoi voti per l’elezione del successore di Jean Claude Juncker. Sabato il capo politico M5S chiuderà il cerchio sulle 5 donne capilista, che saranno presentate al Tempio di Adriano.

E in queste ore Di Maio è chiamato ad un’accelerazione: nel totonomi, tra le candidature più certe spuntano quelle di Paola Pisano, assessore all’Innovazione a Torino, e Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi in Sicilia. La scelta degli esterni ha tuttavia innescato più di un malumore, soprattutto tra gli eurodeputati. E, non a caso, intervenendo all’assemblea congiunta dei parlamentari, Di Maio prova spegnere i focolai di protesta: “I capilista lo sono dal punto di vista della posizione non della probabilità di essere eletti perché c’è il meccanismo delle preferenze”, chiarisce il vicepremier.

Ma per Di Maio l’intero pomeriggio è dedicato all’obiettivo di ricompattare un gruppo provando a far avanzare, con prudenza, l’orizzonte delle alleanze con le liste civiche. Accadrà prima dopo le Europee, assicura Di Maio ma, sui territori – a partire dalla Sicilia – i gruppi locali lavorano da settimane ad alleanze con le civiche. Prima di riunire i parlamentari il vicepremier fa infatti il suo esordio al seminario “Parole guerriere”, considerato una specie di think tank dell’ala ortodossa.

E, seduto al fianco del presidente della Camera Roberto Fico, è lì che ribadisce la sua strategia per le Europee: “non staremo né con le destre populiste né con i tifosi dell’austerity. Ma questo non ci toglie la possibilità di votare di volta in volta con chi porta avanti istanze giuste”.

Convergenze, appunto, che il M5S cercherà su proposte che guardano tuttavia a sinistra, come quella del salario minimo europeo. Tutto questo mentre il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, lancia in queste ore un’idea che fu di Beppe Grillo e che da tempo viene portata avanti da chi è a sinistra del Pd: la riduzione dell’orario di lavoro come spinta all’occupazione.

(di Michele Esposito/ANSA)

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