MotoGp, Mondiale senza padrone. Rossi: “Si può sognare”

Moto: Valentino Rossi in azione nell'ultimo GP delle Americhe.
Valentino Rossi in azione nell'ultimo GP delle Americhe. (ANSA)

ROMA. – Andrea Dovizioso a Losail, Marc Marquez a Rio Hondo, Alex Riins ad Austin: l’inizio del motomondiale non poteva essere più incerto e imprevedibile con tre vincitori diversi in tre gare, che fa pregustare una stagione decisamente più equilibrata rispetto al passato.

Per carità, Marquez – tre titoli iridati di fila, cinque considerando gli ultimi sei anni – è sempre il pilota da battere, per la sua classe innata e quel mostro di Honda che guida, ma quest’anno Ducati, Yamaha e Suzuki, come ha dimostrato Riins con il successo di ieri, sembrano davvero aver rosicchiato qualcosa in termini di decimali alla RC213V.

La scivolata di Marquez al 9/o giro nel Gp delle Americhe, con conseguente ritiro, ha insomma riaperto le prospettive di un campionato che sembrava già segnato e che invece adesso, con il ritorno sui circuiti europei, entra nel vivo. Con Andrea Dovizioso a sorpresa in testa al Mondiale, nonostante la tragica pole di sabato, che lo aveva relegato in 13ma posizione al via, avesse fatto prefigurare ben altro.

Invece i numeri dicono ora: Dovizioso 54 punti, Valentino Rossi 51, la sorpresa Riins 49 e Marquez ‘solo’ 45, come dire 4 piloti in soli 9 punti e, soprattutto, ognuno su una moto diversa. Una prospettiva che solletica gli appetiti di chi non vince da un po’, a cominciare dal ‘Dottore’ (5/o, 2/o e 2/o nei primi 3 Gp), ieri sorpreso dalla Suzuki ma che sfoggia una fiducia che non si notava da tempo: “Peccato, ma questo podio significa che siamo forti”, ha confessato il nove volte iridato che aspetta adesso la controprova di Jerez per sapere se davvero potrà sognare o meno la ‘Decima’.

La gara sul circuito vicino a Cadice, in Andalusia, è in programma tra due settimane e sarà per tutti un banco di prova significativo, per chi ieri ha vinto, per chi ci è andato vicino e per chi è andato ‘lungo’. “Il circuito mi piace ma negli ultimi tempi per noi laggiù è stato sempre un disastro: se faremo bene, sarà un segnale importante”, si è lasciato andare Valentino che crede nella riscossa dopo i tre anni di dominio Honda (“La Yamaha ha il potenziale per vincere”) ma deve anche fare i conti con la voglia di riscossa di Marquez che proprio sul circuito spagnolo l’anno passato inanellò la serie vincente che di fatto indirizzò anzitempo la corsa iridata. Morale della favola, per dirla con Dovizioso: “Noi siamo più forti del 2018, ma anche gli altri”.