Champions: delusione Juventus, super Ajax vola in semifinale

Matthijs de Ligt mette a segno il gol del 1-2 che elimina la Juventus dalla Champions League.
Matthijs de Ligt mette a segno il gol del 1-2 che elimina la Juventus dalla Champions League. ANSA/ANDREA DI MARCO

TORINO. – Forse mai nessuna squadra, neppure il Barcellona di Messi o il Real Madrid quando aveva Ronaldo, era stata così bella e vincente all’Allianz Stadium bianconero come lo è stato l’Ajax. La Juve di Ronaldo, preso da Andrea Agnelli proprio per vincere la Champions, si deve inchinare a una squadra guidata da un allievo di Guardiola che ripete l’impresa di Madrid strappando il posto in semifinale ai bianconeri.

Il calcio dell’Ajax è stato splendido con tutti i suoi interpreti che quando fanno un colpo di tacco non è mai lezioso, ma per liberare un uomo in area. La vera carica della Juve è durata una manciata di minuti, ma solo Szczesny, superlativo almeno due volte, e Ronaldo, sono stati pari alle attese, Gli altri, chi più chi meno, Dybala sopratutto, sono naufragati, di fronte all’Ajax che il pallone lo nasconde, lo fa viaggiare, corre e difende.

L’immagine del Ronaldo abbacchiato e ammonito per un fallo a centrocampo, ultima istantanea del match prima della festa olandese, è l’emblema di una serata che gli juventini non pensavano di dover vivere. Allegri aveva risolto i presunti dubbi della vigilia offrendo una chance di tornare protagonista a Dybala, spesso indecifrabile quest’anno, anche se quasi sempre il tecnico ne ha elogiato il comportamento.

Con La ‘Joya’ attacco con Cristiano Ronaldo e Bernardeschi, Kean in panchina ma non Douglas Costa, fermato di nuovo da un malanno muscolare. L’altra scelta è stata De Sciglio, sulla fascia destra, al posto di Cancelo per avere più copertura anche se a discapito della spinta. Per ten Hag, invece, si è concluso felicemente il tormentone de Jong, regolarmente in campo nonostante i dubbi diffusi negli ultimi tre giorni.

La Juve è partita a molto aggressiva e al 5′ Emre Can, contenendo un rilancio a Onana, ha generato la prima emozione della partita. Lo stop per l’infortunio di Mazraoui dopo 8′, sostituito da Sinkgraven, ha avuto l’effetto di spezzare il pressing bianconero e permettere all’Ajax di rimettersi in ordine. Il botta e risposta è arrivato da episodi fortunosi, rivisti dagli uomini della Var, ma in entrambi i casi con la conferma finale.

E’ passata la Juve con Ronaldo, di testa su azione di calcio d’angolo: CR7 ha aggirato la difesa, sfruttando anche la caduta di Veltman. Non c’era un fallo di un bianconero, come avrebbe voluto il tecnico olandese ten Hag, perché la spinta è stata di un compagno, de Ligt. Il pareggio dei biancorossi è nato da un rimpallo sul rasoterra da fuori area di Ziyech: palla a Van de Beek, non in fuorigioco, perché dalla parte opposta dell’area Bernardeschi lo ha tenuto in gioco.

Un’altra protesta Juve dopo un’azione solitaria di Emre Can che ha tagliato il campo in verticale e arrivato al limite dell’area è caduto a contatto con Blind. Di Paulo Dybala, nei primi 45′, il fantasma o quasi: solo un sinistro bloccato da Onana con un plastico tuffo. La ‘Joya’ è uscito di scena zoppicando. Dopo l’intervallo Kean al posto dell’argentino.

Ajax da applausi e Szczesny si è salvato alzando la mano sinistra sul destro di Ziyech dopo una splendida azione aperta da Neres e perfezionata con un tocco fulmineo di Tadic. Poi il portiere polacco è stato ancora decisivo sul tiro indirizzato all’incrocio da Van de Beek. La Juve è uscita da un quarto d’ora d’incubo, con uno scambio tra Ronaldo e Kean: il secco tiro del diciannovenne fuori.

Ma subito dopo l’Ajax ha terrorizzato i bianconeri con un’azione velocissima e solo un salvataggio in scivolata di Pjanic ha evitato il gol degli olandesi. Il 2-1 dei Lanceri è arrivato presto: su calcio d’angolo de Ligt ha svettato su Alex Sanro e Rugani. Neres ha sciupato due volte, annullato per fuorigioco il 3-1 di Ziyech. Al 90′ la Juve ha chiesto rigore per un mani in area su cross di Bentancur, ma dopo rapido consulto con la Var l’arbitro Turpin ha detto che non c’è fallo. L’ultimo fischio, prima della fine, è stata un’ammonizione a Ronaldo, un segno di una serata storta per la Juve che sognava la Champions 23 anni dopo Roma ’96.

(di Renato Botto/ANSA)

Lascia un commento