Inflazione ferma a 1%, carrello della spesa appena più caro

Un carrello della spesa e signore scelgono la verdura nello scaffale.

ROMA. – L’inflazione a marzo resta stabile all’1%. L’Istat conferma la stima preliminare diffusa alla fine del mese scorso, ma indica anche l’andamento dei prezzi al consumo sul territorio. La graduatoria vede Bari in testa (+1,7%), Perugia ultima (+0,4%). Il carrello della spesa, invece, rallenta ancora, ma rimane sempre un gradino sopra la dinamica generale. I prezzi dei prodotti di largo consumo, ossia dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, infatti, decelerano a +1,1% (da +1,6% di febbraio).

Ma i consumatori lanciano l’allarme perché, osservano, anche i redditi delle famiglie sono al palo e la stangata comunque non si ferma: la crescita dei prezzi si traduce in una maggiore spesa annua pari a +390 euro per una famiglia con due figli, dice il Codacons, +308 euro per la famiglia tipo.

Ad incidere su quell’1% dell’inflazione sono due spinte contrapposte: da una parte l’accelerazione dei beni energetici non regolamentati, in testa i carburanti, (che passano da +0,8% di febbraio a +3,3% di marzo), dall’altra il rallentamento dei prezzi degli alimentari non lavorati, ossia carne, pesce, frutta e verdura fresca, (da +3,7% a +1,9%), dei trasporti (da +0,9% a +0,5%) e dei tabacchi (da +4,5% a +4,0%).

Se Bari si piazza al primo posto per la corsa dei prezzi a marzo, la città più cara si conferma Bolzano: secondo i calcoli dell’Unione nazionale consumatori, con un’inflazione all’1,6%, una famiglia tipo deve mettere in conto un esborso aggiuntivo pari a 532 euro su base annua. In generale, l’incremento dei prezzi risulta “insostenibile per le famiglie, i cui redditi non aumentano in misura proporzionale rispetto al costo della vita”, commenta Federconsumatori.

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