La Lega vola nei sondaggi, le ipotesi sul voto anticipato

Matteo Salvini, vice premier e ministro dell'Interno, durante il voto di fiducia al Senato sul decreto sicurezza.
Matteo Salvini, vice premier e ministro dell'Interno, durante il voto di fiducia al Senato sul decreto sicurezza. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Lo spettro della crisi riaccende le suggestioni sul voto d’estate. Perfino ‘a giugno’, come minaccia qualcuno nella maggioranza. Ma quando? Due le date possibili, almeno sulla carta: il 23 o il 30. Dunque, visto che la legge impone che la campagna elettorale duri non meno di 45 e non più di 70 giorni, l’ultima data utile al presidente della Repubblica per sciogliere le Camere e mandare l’Italia al voto a giugno è il 14 maggio.

Restano dunque meno di quattro settimane per imboccare la prima finestra elettorale del 2019 nel caso lo scontro tra M5s e Lega deflagrasse in crisi di governo. E non mancano i precedenti, visto che alle Politiche si è già votato il 26 e 27 giugno del 1983.

Intanto, a parlare sono i sondaggi, che vedono la Lega attestarsi come primo partito italiano, con percentuali che arrivano a sfiorare il 37%. Al momento le ipotesi di voto anticipato sono, appunto, solo suggestioni, come quella che vedrebbe lo showdown nel governo solo dopo la “conta” delle elezioni europee del 26 maggio.

In quest’ultimo caso, dando per scontato che nessun contendente (e neanche ai più alti livelli istituzionali) immaginerebbe una chiamata alle urne in piena estate, uno scioglimento delle camere, dopo l’avvio di una ipotetica crisi, ci potrebbe essere nei primi giorni di settembre.Con l’apertura di una finestra per il voto tra le ultime due domeniche di ottobre (20 o 27).

La crisi potrebbe passare da un voto del Parlamento e dalla verifica dell’esistenza di una maggioranza alternativa. Solo quando il presidente della Repubblica verificasse che non ci sono più margini per far proseguire la legislatura, potrebbe decidere di sciogliere il Parlamento.

Al netto di considerazioni politiche sull’opportunità di un voto in piena estate, un’altra finestra utile per il voto potrebbe essere quella di settembre, con campagna elettorale agostana, ipotesi mai verificatasi finora. Il voto a ottobre avrebbe altri aspetti critici.

La necessità di mettere in sicurezza i conti pubblici con la manovra economica, ha sempre visto i presidenti della Repubblica contrari a elezioni nel corso della sessione di bilancio. Situazione quest’anno ancora più complicata dalla formazione della nuova Commissione europea in autunno e dalla necessità di esprimere il Commissario italiano.

I sondaggi danno intanto la Lega saldamente primo partito in Italia. L’ultimo in ordine cronologico (Ipsos) la accredita di un 36,9%, in crescita; mentre, per quanto riguarda gli altri grandi partiti, il M5s sarebbe secondo con il 22,3%, in calo. A seguire il Pd con il 18,7%, Forza Italia con l’8,7% e Fratelli d’Italia con il 4,6%.

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