Siri presto dai Pm. M5s e Lega alla resa dei conti

I due vice premier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Caso Siri
I due vice premier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. (ANSA)

ROMA. – “Non so se sia un caso che mentre il centrodestra, e soprattutto la Lega, vincono e convincono ci siano iniziative giudiziarie di questo genere”. Quando il ministro dell’Interno Matteo Salvini pronuncia questa frase, è a Pinzolo, in Trentino, per un comizio in vista delle politiche suppletive del 26 maggio. Le sue parole si riferiscono al sindaco del paese, Michele Cereghini, su cui pesa un divieto di dimora per un’indagine relativa anche a un appalto sulle luci natalizie.

Ma è chiaro che il ragionamento vale anche per una vicenda ben più scottante: quella del sottosegretario leghista ai Trasporti, Armando Siri, indagato dalla Procura di Roma per corruzione, insieme all’imprenditore Paolo Arata, responsabile Ambiente del Carroccio. Il caso ruota attorno a una presunta tangente da 30mila euro “data o promessa” a Siri in cambio di un ‘aggiustamento’ al Def 2018 sugli incentivi al mini-eolico. Un’inchiesta con propaggini che arrivano in Sicilia, a Vito Nicastri, imprenditore dell’eolico sospettato di essere tra quanti finanziano la latitanza del boss Messina Denaro.

Siri ha già chiesto di essere sentito dai pm: il suo avvocato Fabio Pinelli dovrebbe incontrare i magistrati a metà settimana e verrà individuato il giorno dell’interrogatorio. Ma nel governo continuano le tensioni – già altissime per il salva-Roma – e i Cinquestelle non ci stanno a minimizzare. “Conte deve dare un segnale alle forze politiche e al Paese, Siri deve uscire dall’esecutivo. Se non lo fa volontariamente, sia lo stesso Conte a pretenderne le dimissioni – dichiara Primo Di Nicola, capogruppo al Senato del Movimento -. La giustizia definisca le responsabilità, nel frattempo non è politicamente tollerabile la presenza nel governo di un esponente leghista sospettato di aver provato a far diventare legge un emendamento a favore delle attività di Paolo Arata, socio di Vito Nicastri”.

Salvini, sottolinea il gruppo M5S in Campidoglio, “la smetta con la campagna elettorale e lavori un po’. E prima di parlare, restituisca i 49 milioni che la Lega deve a tutti gli italiani”. Una stoccata per rimanda all’altra grossa inchiesta sulla Lega, quella sui fondi del partito. Anche il segretario Pd Nicola Zingaretti attacca Salvini: “Sta distruggendo l’Italia – dice -. Da quando governa c’è meno lavoro, più debiti, non c’è più crescita, ci sono più insicurezza e illegalità. Difende solo il suo partito imbarcando di tutto e non difende gli Italiani, più indebitati e isolati nel mondo. Ora vuole l’impunità quella classica dei potenti”.