Bowling: l’italo-venezuelano Amleto Monacelli uno dei mostri sacri della PBA

Monacelli in azione in una foto d'archivio.
Monacelli in azione in una foto d'archivio.

CARACAS – Nello sport ci sono tanti campioni italo-venezuelani che hanno lasciato il segno, basti pensare a Jhonny Cecotto (motori), Franco De Leonardis (motori), Andrés Galarraga Padovani (baseball), Marco Scutaro (baseball), Carlos Eduardo Gómez Lucchesi (calcio), Roberto Cavallo (calcio), Franco Rizzi (calcio) e tanti altri.

C’è un campione, in uno sport non tradizionale che non solo era un pezzo da novanta, ma addirittura é riuscito ad entrare nella Hall of fame della sua specialità, stiamo parlando di Amleto Monacelli nel bowling. Gli unici che hanno questo privilegio sono Luis Aparicio (baseball), José Monasterios (arti marziali) e Monacelli.

Il bowler di origine italiana, nato a Barquisimeto il 27 agosto 1961, ha iniziato la sua carriera nella prestigiosa Professional Bowlers Association (PBA) nel 1982.

Prima di iniziare a praticare questo sport como buon figlio d’italiani ha iniziato giocando a calcio, ma l’amore per la palla a chiazze é cambiato dopo la prima visita, insieme a suo papá Rodolfo, un “alley” (superficie di gioco del bowling) e quando ha preso in mano l’apple ed l’ha scagliata contro i birilli facendo il suo primi strike. Per il piccolo Amleto é stato amore a prima vista.

Poi ha combinato gli studi con il bowling. All’età di 18 anni vola negli Usa per perfezionare il suo inglese.

Il salto tra i professionisti avviene ai 20 anni dopo aver partecipato insieme a suo padre in un torneo a coppie in Colombia. In quel torneo, andato in scena a Medellín, salì sul gradino più alto del podio aggiudicandosi un montepremi di 20 mila dollari. Stando alle cronache dell’epoca, al suo rientro in Venezuela,  la federazione creola gli comunicò che avrebbe dovuto consegnate il premio, in caso contrario sarebbe stato catalogato come profesionista. Amleto non consegnò il premio e voló negli USA per dedicarsi a questo sport.

Il suo primo premio come profesionista se l’é aggiudicato nel 1987, quando ha alzato al cielo la Coppa Giappone. L’anno successivo ha messo in bacheca il Showboat Invitational a Las Vegas, nel 1987 si é aggiudicato anche il premio di bowler dell’anno. Nella prova disputata nello stato di Nevada, Amleto Monacelli ha battuto in finale il suo ídolo, lo statunitense Marc Roth.

Nelle stagioni 1989 e 1990 ha guidato la classifica della PBA con una media pazzesca di 218,15 birilli battuti a gara.

Grazie alle sue prestazioni il campione barquisimetano, é stato uno de protagonisti della PBA durante due decenni. Monacelli é stato il primo straniero ad aver vinto in due anni consecutivi il premio di miglior bowler dell’anno (1989 e 1990) e l’unico non statunitense ad essere inserito nella PBA Hall Of Fame. È anche il più giovane (35 anni) ad aver ricevuto questa distinzione. Monacelli é al sesto posto nella classifica di tutti i tempi della Professional Bowlers Association.

Nel prestigioso curriculum di Monacelli troviamo che il suo nome é insieme a campioni del calibro di Don Johnson, Mark Roth, Earl Anthony e Walter Ray Williams come unici, ad oggi, ad aver vinto il premio di miglior bowler dell’anno in stagioni consecutive.

L’italo-venezuelano ha anche vinto in maniera consecutiva i riconoscimenti di High Average Award e High Points Leader. É nella speciale lista di giocatori che hanno vinto almeno un premio in sei stagioni.

Attualmente, Amleto Monacelli insegna alle giovani promesse i suoi trucchi per diventare campioni come lui. Ma questo non vuol dire che ha messo la palla ed i guantone nella custodia, continua a gareggiare nella categoria senior e come dice un noto proverbio: “il lupo perde il pelo, ma non il vizio”. Monacelli continua ad essere il bowler da battere su tutti gli “alley” dove dice presente.

(di Fioravante De Simone)