Guerra M5S e Lega su tutto, ma di Europa non si parla

I due vice-premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini seduti nei banchi del Governo alla Camera dei Deputati.
I due vice-premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini seduti nei banchi del Governo alla Camera dei Deputati. (ANSA)

ROMA. – C’è tanto di tutto, ma paradossalmente c’è poca Europa. I temi che fino al voto del 26 maggio saranno terreno di scontro fra Lega e Cinque Stelle per il voto europeo diventano di più ogni giorno che passa. E ognuno potrebbe essere buono per aprire la crisi di governo dopo il voto. C’è la giustizia, intesa sopratutto come inchieste e processi, ci sono la Tav, le Province, la cannabis e la flat tax. L’elenco è lungo. E lo stato dei rapporti fra le forze di maggioranza non lascia prevedere che finisca qua.

L’ultima querelle in ordine di tempo è sulla droga. Chiuso con perdite lo strappo sul sottosegretario Armando Siri, che è stato ‘licenziato’ dal premier Giuseppe Conte, il ministro degli Interni Matteo Salvini ha subito lanciato una nuova battaglia, quella per la chiusura dei negozi che vendono cannabis. “Sulla lotta alla droga sono pronto a litigare con i Cinquestelle. Il governo su questo può andare a casa”, ha detto il vicepremier, invitando i colleghi di maggioranza a ritirare “la loro proposta sulla droga libera”. Però “nei canapa shop non si vende droga”, gli ha fatto notare il ministro alla Salute, Giulia Grillo, mentre Luigi Di Maio ha invitato il leader della Lega a dedicarsi anche alla lotta alla mafia.

C’è poi la questione immigrazione. Se in un primo momento i Cinque Stelle si sono adeguati alla politica dei porti chiusi, col tempo hanno un po’ rivisto la loro posizione. A volte il tema incrocia le competenze di due ministri, Salvini e la titolare della Difesa, Elisabetta Trenta. Fra i due i rapporti non sono idilliaci. Qualche giorno fa il Viminale ha fatto trapelare un giudizio poco lusinghiero sulla ministra – “I militari meritano di più” – ottenendo come risposta dalla Difesa: Salvini “usa il ministero a fini elettorali”. Le tensioni potrebbero ripresentarsi. Per esempio, in mattinata una nave della Marina Militare italiana ha soccorso una trentina di migranti al largo della Libia. Salvini ha protestato: “Non può esserci un ministro dell’interno che chiude i poti e qualcun altro che raccoglie i migranti”.

Il 30 maggio i problemi con la giustizia potrebbero di nuovo mettere a rischio l’esecutivo. Quel giorno ci sarà la sentenza sulle “spese pazze” in Consiglio regionale della Liguria. Fra gli imputati c’è il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi, del Carroccio. Lega e Cinque Stelle potrebbero trovarsi di nuovo a discutere sull’opportunità di mantenerlo nel governo. A quel punto, però, i rapporti di forza fra i due partiti saranno stati ridefiniti dal voto. E questo peserà sul futuro del viceministro.

Anche due provvedimenti all’esame del Parlamento portano acqua al battibecco. Con lo Sblocca Cantieri si dovrà discutere il futuro della Tav, voluta dalla Lega e osteggiata dal Movimento Cinque Stelle. Mentre sul Decreto Crescita tornerà in campo il Salva Roma: i pentastellati tenteranno di risolvere in via definitiva il problema del debito di Roma, ma Salvini è contrario ad un intervento ad hoc a favore della Capitale. Senza considerare la riforma degli enti locali, con cui i leghisti vorrebbero far tornare le giunte e i consigli provinciali eletti. Una proposta bollata ‘poltronificio’ dai Cinque Stelle.

Restano sul tavolo i temi bandiera. Se il leader della Lega propone di discutere in un prossimo consiglio dei ministri la questione Autonomie, che vede in Cinque stelle piuttosto freddini, Di Maio rilancia chiedendo un vertice di governo su salario minimo e flat tax, il primo caro ai pentastellati, la seconda fra i punti cardine del programma del Carroccio, insieme all’abolizione della Legge Fornero. E proprio sulla tassa piatta il partito di Salvini insiste proponendo di introdurre un’aliquota al 15% per un costo di 13 miliardi: la soglia di reddito prevista è di 50mila euro o di 26mila euro per i single senza figli o familiari a carico.

(Di Giampaolo Grassi/ANSA)