Conte rivendica leadership, Salvini rilancia e lo sfida

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (C) con il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini (D) e il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico e vicepremier, Luigi Di Maio, in una immagine d'archivio.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (C) con il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini (D) e il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico e vicepremier, Luigi Di Maio, in una immagine del 06 giugno 2018. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – E’ una “illusione ottica” che nel governo “comandi Salvini” e anche l’instabilità politica è effetto della campagna elettorale: dopo le europee tornerà il sereno. Giuseppe Conte prova a rassicurare chi dall’estero guarda alla litigiosità interna al governo italiano e in un’intervista a El Pais riafferma la sua leadership. “Ci mancherebbe altro, io mi occupo di ordine pubblico”, commenta con un sorriso Matteo Salvini.

Ma proprio sulla sicurezza il leghista rilancia la sua sfida interna al governo: lo scontro è durissimo e potrebbe arrivare giovedì in Consiglio dei ministri. O anche no se – è la voce che circola – si “congelassero” le riunioni del Cdm fino alle europee per evitare di farne un ring. A tenere banco sono i sondaggi, nell’ultima giornata utile per la pubblicazione delle previsioni di voto prima del silenzio pre-elettorale.

L’effetto del caso Siri e dell’offensiva M5s sui temi dell’antifascismo è un calo della Lega. Il partito di Salvini è quotato dai diversi istituti ancora sopra il 30%, ma in discesa rispetto alle scorse settimane. Il Movimento invece sale, si tiene sopra il Pd e sembra riavvicinarsi al 25%. Sono previsioni: lo spoglio, professano prudenza tutti, sarà un’altra storia.

Ma Luigi Di Maio, che rilancia in Parlamento la proposta di legge sul conflitto d’interessi, ostenta ritrovato ottimismo: “Ci auguriamo che dopo il caso Siri la Lega non perda la testa, le provocazioni subite sono state tante, ma il Movimento resta disponibile ad andare avanti per altri 4 anni”, dice il leader pentastellato, dando ragione a chi pensa che dopo le europee il M5s farà di tutto per evitare l’apertura della crisi di governo.

Dalle parti di via Bellerio c’è chi sostiene che il calo registrato dai sondaggi stia convincendo sempre di più Salvini della opportunità di rompere con i Cinque stelle, dopo le europee, per non farsi logorare. Giancarlo Giorgetti, che viene quotato come futuro commissario europeo anche se lui nega, non dissimula la preoccupazione per quello che in casa leghista da più d’uno viene vissuto come un “attacco concentrico”.

“Quando la Lega sale nei consensi – dice il sottosegretario durante un incontro elettorale nel monzese – succede sempre qualcosa per cui bisogna interrompere quel percorso: è sempre successo nella nostra storia. Non mi riferisco solo alle inchieste giudiziarie, ma anche alle polemiche su fascismo e antifascismo”. Ed è innanzitutto dalla morsa dell’accusa di dare sponda all’estrema destra che Salvini prova a sottrarsi. Così, mentre difende il diritto della casa editrice di destra Altaforte ad avere tribuna al Salone del Libro, assicura che garantirà al sindaco di Riace Mimmo Lucano, suo avversario sul fronte immigrazione, di parlare lunedì alla Sapienza, mentre Forza Nuova vorrebbe impedirglielo.

La controffensiva di Salvini per tenere su il consenso della Lega e non scendere sotto il 30% alle europee si basa su due pilastri. Da un lato l’accusa ai pentastellati di dire solo No: la prossima settimana è atteso l’annuncio della proposta di legge leghista sulla flat tax e una nuova richiesta a Conte di andare avanti sull’Autonomia.

Dall’altro lato, c’è il rilancio del ministro dell’Interno sul fronte sicurezza e immigrazione. In Consiglio dei ministri porterà, annuncia, un secondo decreto sicurezza, con una norma che dà al Viminale (e toglie al ministero del Trasporti guidato dal grillino Toninelli) il potere di bloccare le navi per ragioni di ordine pubblico.

Ed è per evitare di far sì che il Cdm diventi per Salvini un palcoscenico per la campagna elettorale, che in ambienti di governo M5s starebbe circolando l’idea di far slittare la riunione fino a dopo le europee. Conte prova ancora a mediare. Non replica pubblicamente all’accusa di Salvini di non fare abbastanza sul fronte immigrazione. E anche sui “canapa shop” fa sapere di aver sentito il ministro e di essere d’accordo sulla necessità di chiudere quelli non in regola. Ma questo, aggiunge, vale per tutti i negozi che violano leggi.

(di Serenella Mattera/ANSA)