I ghiacciai delle Alpi saranno dimezzati al 2050

Nella foto una visione dei ghiacciai delle Alpi
I ghiacciai delle Alpi saranno dimezzati al 2050. (ANSA)

BRESSANONE (BOLZANO). – “Nel 2050, la metà della massa dei ghiacciai alpini sarà scomparsa, indipendentemente da come ci comporteremo fino ad allora. Se riusciremo a limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi, a fine secolo sopravvivrà un terzo dei ghiacciai. In caso contrario, sulle Alpi si esauriranno”.

L’allarme lo ha detto Roberto Dinale, dell’Ufficio idrografico della Provincia di Bolzano. Parallelamente, si calcola che serviranno investimenti per 7,2 miliardi per garantire nei prossimi anni in Italia un approvvigionamento sicuro di acqua potabile. Il calcolo è di Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche italiane. Per tre giorni, Utilitalia ha chiamato a raccolta a Bressanone, in Alto Adige, le circa 500 aziende associate e i soggetti che a diverso titolo si occupano dei servizi idrici e di pubblica utilità, per la quinta edizione del Festival dell’Acqua.

“Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali – spiega il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti – non possono più essere considerati avvenimenti eccezionali, e devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo”. Serve, avverte, “un massiccio piano di investimenti”. Che significa: 3,9 miliardi nel Sud e nelle Isole, 1,9 al Centro e 1,3 al Nord. Se realizzati, questi interventi comporteranno una maggiore disponibilità di acqua, stimata in 1,7 miliardi di metri cubi l’anno.

I cambiamenti climatici hanno un’incidenza diretta sul ciclo dell’acqua. Con essi si dovranno fare i conti anche in futuro. “Tutti gli indicatori ci dicono che andremo incontro ad ondate di caldo sempre maggiori e sempre più frequenti”, ha avvertito Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società meteorologica italiana, intervenendo al Festival. Per la sua collocazione geografica, l’Italia è molto esposta agli effetti dei fenomeni climatici estremi, per cui, ha sostenuto Mercalli, “è necessario investire in infrastrutture che favoriscano l’adattamento delle città al clima che cambia”. E’ necessario anche cambiare modello di sviluppo e stili di vita.

“Stiamo consumando troppo – ha sostenuto ancora il climatologo -, ma non è possibile una crescita infinita in un pianeta finito”. L’aumento delle temperature, ha sottolineato Mercalli, è “ben documentato dalla riduzione della banchisa polare, il cui spessore è ai minimi dal 1979”. Ma anche dai ghiacciai alpini, “la cui superficie nell’ultimo secolo si è dimezzata”. In proposito, lo studio presentato da Dinale rileva che egli ultimi 100 anni sulle Alpi le temperature sono aumentate di 2 gradi, il doppio della media del pianeta. “I grandi ghiacciai si sono ritirati di oltre 2 km rispetto alle rilevazioni dell’800”.

In forma più empirica, è quanto ha constatato anche il grande alpinista Hans Kammerlander: “Da bambino – ha raccontato – frequentavo le aree ghiacciate della Zillertal: da allora, si sono completamente disciolte”. Ma in pericolo non ci sono solo i ghiacciai alpini. “Tornando in Nepal per salire sul Manaslu, 26 anni dopo il primo tentativo in cui persi due amici – ha detto ancora l’alpinista -, non ho più riconosciuto il Manaslu di allora: i ghiacciai si sono ristretti in maniera estrema”.

(dell’inviato Giuseppe Marzano/ANSA)

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