Mattarella: “Le cooperative presidio contro lo spopolamento”

Il Presidente Sergio Mattarella alla cerimonia di celebrazione del centenario di fondazione della Confederazione Cooperative Italiane
Il Presidente Sergio Mattarella alla cerimonia di celebrazione del centenario di fondazione della Confederazione Cooperative Italiane. Archivio. (Ufficio Stampa Quirinale)

ROMA. – Confcooperative festeggia cento anni. Era il 1919 quando è nata per sostenere i primi cooperatori che si ispiravano alla dottrina sociale della chiesa. Oggi conta 8.500 imprese, 525 mila occupati, oltre 3,2 milioni di soci e un fatturato di 66 miliardi di euro, dall’agroalimentare al mondo del credito dal welfare alla cooperazione sociale.

“È tempo dell’orgoglio per il nostro centenario, ma soprattutto tempo della responsabilità. Noi a quella non ci siamo mai sottratti”, dichiara il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, che indica come priorità la difesa del lavoro, la tutela delle comunità più vulnerabili e dell’ambiente e le pari opportunità in un’assemblea che vede la partecipazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Il Capo dello Stato prende la parola e ricorda i “tanti borghi appenninici o alpini che nel nostro paese sopravvivono per la presenza di cooperative di produzione e lavoro”. “E’ un contributo decisivo all’equilibrio del nostro Paese”, osserva Mattarella sottolineando “il ruolo fondamentale delle formazioni sociali e dei corpi intermedi, pilastro portante della vita della Repubblica”, in un intervento fuori programma accolto con lunghi applausi e una standing ovation.

Gardini, consegna al presidente della Repubblica il francobollo celebrativo che richiama lo stemma storico della confederazione con una campana e una melagrana e il libro fotografico, realizzato con l’agenzia Ansa, che ripercorre un secolo di cooperazione e di storia del Paese. Le foto raccontano l’Italia dalla grande guerra ai giorni nostri, un periodo in cui rischia di trasformarsi “sempre più un Paese da dove andare via o da cui stare lontano”, come emerge da un focus realizzato dal Censis per l’assemblea.

L’Italia appare stritolata dalla concorrenza sleale di paesi come la Bulgaria, con salari sotto i 2 euro l’ora, da caporalato, o il Lussemburgo, dove la pressione fiscale reale è addirittura negativa. Per questo Gardini si appella agli europarlamentari in vista delle elezioni europee del 26 maggio. “Non possiamo difenderci dalla concorrenza sleale dei Paesi extra Ue, ma dobbiamo almeno regolare il cortile di casa nostra. La tolleranza fin qui ammessa, nei confronti di questo stato di cose, ha alimentato molti danni economici”, afferma Gardini.

Sono italiani l’8% dei cittadini europei che lasciano il paese di origine per cercare lavoro in un altro paese Ue, superati solo dai rumeni e dai polacchi. E l’Italia è in fondo alla classifica europea per attrazione di investimenti esteri, insieme alla Grecia.

(di Chiara Munafò/ANSA)

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