Berlino, non criminalizzare Ong che salvano migranti

Migranti su una motovedetta della Guardia Costiera.
Migranti su una motovedetta della Guardia Costiera. (ANSA)

BERLINO. – No ad una “criminalizzazione generalizzata” delle Ong impegnate a salvare la vita ai migranti che cercano di raggiungere l’Europa dalle coste del Nordafrica: è la posizione che il governo di Berlino esprime in relazione agli ostacoli, che si manifestano concretamente con condanne penali e inchieste giudiziarie, nei confronti di soggetti privati, come sono appunto le Organizzazioni non governative, che con le loro navi salvano vite nel Mediterraneo.

Il governo tedesco è “contrario ad una criminalizzazione generalizzata del salvataggio di migranti in mare da parte di privati”, dice Soeren Schmidt, portavoce del Ministero dell’Interno tedesco, rispondendo ad una domanda sulla recente condanna, a Malta, ad una pesante sanzione pecuniaria di diecimila euro, comminata a carico del comandante della nave ‘Lifeline’, che ha salvato dei migranti per conto di una Ong tedesca. In particolare, “Lifeline”, armata da una Ong di Dresda, aveva soccorso più di 230 migranti davanti alle coste libiche, ma secondo i magistrati maltesi l’imbarcazione violava le norme sul registro nautico.

Il portavoce di Horst Seehofer ribadisce che Berlino ha chiesto “in tutte le sedi Ue e Nato uno sforzo per trovare al più presto possibile una soluzione europea” al problema dei migranti “che sia basata sulla solidarietà e sulla umanità, e che funzioni in maniera sistemica e di lunga durata”.

Poi ricorda che la Germania più volte ha offerto la propria disponibilità ad accogliere migranti che stavano “a bordo di navi che non riuscivano ad approdare” perché “gli Stati responsabili” avevano chiuso i porti: parole che suonano come una stoccata non solo per Malta ma anche nei confronti dell’Italia e della politica in tema di migranti attuata dal suo governo. E, infine, aggiunge che quaranta città tedesche hanno dato “la disponibilità ad ospitare migranti”.

“La cosa ci rallegra davvero, ed è partito il coordinamento tra i comuni e le regioni di riferimento in modo da organizzare le cose al meglio”, conclude. Insomma, per Berlino sulle Ong che lavorano nel Mediterraneo bisogna andarci piano perché, chiarisce la portavoce del Governo tedesco Ulrike Demmer, pur non commentando la sentenza del tribunale della Valletta, “ogni morto nel Mediterraneo è un morto di troppo”.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)

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