Lo spread sfiora quota 300, impatto su banche e manovra

Da sinistra a destra: il Ministro del Lavoro, Luigi di Maio; il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Giovanni Tria, Ministro dell'Economia e delle Finanze. Bce
Da sinistra a destra: il Ministro del Lavoro, Luigi di Maio; il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Giovanni Tria, Ministro dell'Economia e delle Finanze. FOTO ANSA

ROMA. – Lo spread sopra 290. Gli investitori pronti a scommettere che con l’approssimarsi delle elezioni sarà a 300. Le banche trascinate giù in Borsa dai Btp in portafoglio. Sono bastate poche battute di Matteo Salvini in sfida al fragile equilibrio raggiunto con l’Ue sui conti pubblici a rimettere il rischio-Italia sotto i riflettori dei mercati. “No, assolutamente no” ha risposto oggi alla domanda se fosse preoccupato dell’impatto sullo spread della promessa fatta ieri, quando ha parlato sia di deficit sia di debito: “se servirà infrangere alcuni limiti del 3% (di deficit. ndr) o del 130-140% (del debito ndr), tiriamo dritti”.

Parole che hanno fatto impennare lo spread fino a 292, con un calo delle banche (Ubi arrivata a sfiorare -4%, Mediobanca -2,3%) e della Borsa prima che il rinvio dei dazi Usa sulle auto e le rassicurazioni del ministro dell’Economia Giovanni Tria facessero recuperare in chiusura con lo spread a 284,5 punti base e con il listino generale di piazza affari a -0,14%.

A dare il via alle vendite sui Btp, mentre le incertezze globali premiano i bund tedeschi e i treasuries Usa, sarebbe stato un singolo ordine ai ‘blocchi’, con alcuni investitori corsi a liquidare posizioni di ‘carry trade’. Per l’economia reale uno spread che restasse dov’è promette nuove difficoltà per le banche, che hanno nel portafoglio molti titoli di Stato. Meno prestiti a famiglie e imprese. E un ulteriore aggravio dei conti pubblici: già ai 250 punti base dello scorso aprile Bankitalia quantificava, da qui al 2021, 11 miliardi di costo del debito in più rispetto a un anno fa.

Questo spiega l’attenzione che il ministro dell’Economia Giovanni Tria non nasconde all’andamento dello spread e che lo ha fatto intervenire per gettare acqua sul fuoco. Ha così sostenuto che si tratta di un nervosismo “comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni europee” ma “ingiustificato” perché gli obiettivi restano quelli del Def: come dire che i riferimenti sono un deficit al 2,4% e un debito che, dopo aver toccato il 132,7% quest’anno, dovrà riprendere il percorso di discesa.

Sulle nuove tensioni gli analisti hanno comunque chiamato in causa le dichiarazioni di Salvini, più che l’avvicinarsi della scadenza elettorale: “i Btp sono stati sotto pressione dopo i commenti di Matteo Salvini sul deficit”, dice un report di Unicredit. Stesso tenore dagli uffici studi di Mps: “Rimangono sotto pressione i Btp dopo alcune dichiarazioni del Vice Premier”. “Un appello a tutta la politica e ai responsabili del Governo a fare attenzione al linguaggio” è del resto stato fatto anche dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia “perché a volte solo a causa del linguaggio aumenta lo spread ed è inaccettabile”.

Il timore è che le lancette dell’orologio tornino allo scorso dicembre – lo spread toccato oggi non era così alto da allora – quando lo scontro fra Roma e Bruxelles aveva evitato all’Italia in extremis una procedura Ue di infrazione per il criterio del debito. Grazie a una ‘tregua’ che ora sembra vacillare. Tanto più che in molti ipotizzano che la Lega, anche se non riuscirà a scombussolare gli equilibri politici europei, una volta rafforzata dal voto del 26 maggio alzerà il tiro.

Con il rischio di un ‘redde rationem’ con Bruxelles a settembre, quando la manovra imporrà di scegliere fra un aumento dell’Iva politicamente indigesto o un deciso taglio della spesa, proprio mentre la Lega intende onorare la promessa della flat tax. Per non parlare dell’ipotesi di elezioni anticipate, che metterebbero la legge di bilancio in un ingorgo politico. I mercati, poi, guardano con diffidenza alle dichiarazioni ‘belligeranti’ sull’Unione bancaria, e a iniziative come la mozione Lega-5 Stelle approvata ieri dalla Camera che torna sulla proprietà delle riserve auree di Bankitalia e chiede una Bce “prestatore di ultima istanza”.

Michael Leister, di Commerzbank, spiega che “il mercato sta anticipando” lo scenario di un rialzo degli spread che ci si attendeva per quando la manovra sarebbe entrata nel vivo, in estate: ora “verrà messa alla prova la resistenza del 300-320 punti base”. Anche in Citigroup “manteniamo il target di un ulteriore ampliamento a 300 punti base”, si legge in un’analisi.

(di Domenico Conti/ANSA)