Mattarella: “L’intolleranza affiora, ma prevale la solidarietà”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso dell'intervista con i media vaticani
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso dell'intervista con i media vaticani. (Ufficio Stampa Quirinale)

ROMA. – Sergio Mattarella è realista, ma ottimista, sull’Italia, che “registra una gran quantità di iniziative, e comportamenti, di grande solidarietà; e questa realtà è nettamente prevalente”. Pure, il presidente della Repubblica riconosce che nel Paese “affiorano, rumorosamente, atteggiamenti di intolleranza, di aggressività, di chiusura alle esigenze altrui”. “Sono fenomeni minoritari, sempre esistiti – osserva il capo dello Stato -, ma sembrano attenuate le remore che prima ne frenavano la manifestazione”.

L’analisi è in un’intervista ai mezzi di informazione della Santa Sede – Osservatore Romano, Radio Vaticana e Vatican News -, in cui spiccano i temi europei a nove giorni dalle elezioni continentali che potrebbero cambiare la geografia politica dell’Ue. Mattarella ricorda come l’Europa unita abbia assicurato decenni di pace e stabilità dopo due devastanti guerre mondiali.

“L’Unione non è un comitato di interessi economici, regolato dal criterio del dare e dell’avere – dice -, ma una comunità di valori. Questa convinzione è l’unica che corrisponda, davvero, alla storica scelta dei fondatori dei primi organismi comunitari”. Eppure “l’Europa deve recuperare lo spirito degli inizi”, e secondo Mattarella “papa Francesco, con saggezza, indica il centro della questione”: l’Unione “deve curarsi di più della sorte delle persone. Deve garantire sempre maggior collaborazione, uguaglianza di condizioni, crescita economica, ma questo si realizza realmente soltanto con una crescita culturale civile, morale”.

Il presidente indica un altro punto cruciale: “La percezione delle istituzioni dell’Unione europea, da parte di larghe fasce di elettorato europeo, non sempre è positiva – afferma -, anche se è spesso l’egoismo degli Stati – e non quindi quelle istituzioni – a frenare il sogno europeo”.

L’Unione europea insomma deve trovare nuovo slancio, ma va difesa. In questo senso va l’appello ad andare a votare il 26 maggio lanciato di recente da Mattarella con altri 21 capi di Stato dell’Ue. Quanto all’Italia, l’intolleranza che affiora, non è “una condizione peculiare del nostro Paese: appare così in tutta Europa e anche in altri Continenti”.

Secondo Mattarella, si tratta anche delle “conseguenze del profondo disagio sociale, provocato dalla crisi economico-finanziaria del decennio passato determinato, non soltanto in Italia, anche dal trasferimento di risorse, sempre più ingenti dall’economia reale alla finanza speculativa; dal forte aumento della distanza tra i molto ricchi e la gran parte della popolazione”.

Nell’intervista c’è ancora spazio per Francesco. “Il suo magistero riceve grande attenzione ed esercita influenza significativa sui nostri cittadini, anche per l’affetto che questi nutrono nei suoi confronti – afferma Mattarella -. Francesco è subito diventato un punto di riferimento per gli italiani”.

(di Luca Laviola/ANSA)