Scontro sui migranti con M5s, Lega pressa su Decreto sicurezza

Il vice premier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ospite della trasmizzione 'Povera Patria', sullo schermo immagine di Matteo Salvini
Il vice premier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ospite della trasmizzione 'Povera Patria', sullo schermo immagine di Matteo Salvini, Roma 6 maggio 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA.- Il dossier migranti agita gli ultimi giorni di campagna per le Europee polarizzando ulteriormente lo scontro interno al governo. Matteo Salvini, sceglie di replicare con veemenza alla lettera dell’Alto Commissariato dell’Onu sul decreto sicurezza bis, si mostra incurante anche delle osservazioni della Chiesa e, in serata, reagisce al probabile sbarco dei 47 migranti della Sea Watch provando a forzare sull’approdo del suo decreto in Cdm.

E la tensione con l’altro vicepremier Luigi Di Maio resta altissima, con il leader M5S più che mai impegnato a offrire il volto “moderato” del Movimento rispetto alla Lega e ai suoi alleati europei. “L’Onu è un organismo che costa miliardi di euro ai contribuenti, che ha come membri la Corea del Nord e la Turchia, regimi totalitari, e viene a fare la morale sui diritti umani a Salvini per il decreto sicurezza.

E’ da “scherzi a parte””, attacca il leader della Lega in mattinata. Se la prende con tutti, il ministro dell’Interno, anche perché in serata deve scontrarsi con l’iniziativa della magistratura che sequestra la Sea Watch. Iniziativa che, sottolineano fonti del Viminale, è accompagnata da uno straordinario silenzio del premier Giuseppe Conte. Ed è proprio con il capo del governo che la tensione potrebbe salire ulteriormente: Salvini infatti vuole giocarsi il tutto per tutto per avere l’ok al decreto sicurezza bis nel Consiglio dei ministri previsto per domani.

La vicenda della Sea Watch “conferma una volta di più l’urgenza di approvare il decreto sicurezza per rafforzare gli strumenti del governo per combattere i trafficanti di uomini e chi fa affari con loro”, sottolineano nel pomeriggio dal Viminale. “Non vedo l’ora di approvare un decreto che combatte camorristi, scafisti e teppisti, spero nessuno voglia perdere altro tempo”, insiste Salvini.

Ma i giochi sono apertissimi. E il M5S, rispetto a qualche mese, sui migranti non intende regalare alla Lega ulteriori cedimenti. “I commenti dell’Onu su un decreto non ancora visionato in Cdm sono assurdi”, sbotta Di Maio invitando però gli alleati alla calma: “bisogna abbassare un po’ i toni, non possiamo portare l’Italia a litigare sempre con tutti”, afferma il leader del M5S la cui strategia, in questi ultimi giorni, è rimarcare gli aspetti più estremisti e anti-europeisti della coalizione guidata dalla Lega.

“Mi auguro che la Lega non voglia uscire dall’Ue. Noi vogliamo andare in Europa per cambiarla, non per distruggerla”, attacca Di Maio nel giorno in cui il suo alleato sceglie di attaccare frontalmente anche Bruxelles. Lo scontro, da qui al prossimo 24 maggio, difficilmente si attenuerà balzando di dossier in dossier. “Mi sembra strana questa urgenza sull’Autonomia, a me sembra un modo per nascondere una serie di scandali di corruzione che hanno coinvolto anche la Lega”, punge Di Maio.

“I 5 stelle la stanno tirando lunga e non capisco perché. Noi siamo pronti anche sulla flat tax, speriamo che siano solo rallentamenti da campagna elettorale”, avverte Salvini che chiuderà la campagna in Emilia-Romagna – dove si voterà a ottobre – laddove Di Maio ha scelto piazza della Bocca della Verità a Roma per la sua kermesse di chiusura.

Nel frattempo, annusando le difficoltà del governo, le opposizioni alzano il tiro. “Salvini è uno pericoloso, perché sta mettendo gocce di veleno nel sangue del nostro Paese”, sottolinea il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

(di Michele Esposito/ANSA)

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