Musica, Riccardo Muti: “Apriamoci al mondo, siamo un Paese forte”

Il Maestro Riccardo Muti in una foto d'archivio.
Il Maestro Riccardo Muti in una foto d'archivio.

MILANO. – “Dobbiamo aprirci al mondo e competere, e uscire dal cerchio in cui ci diciamo quanto siamo bravi, siamo un paese serio, forte, mi batto da sempre per la credibilità del nostro paese anche nella musica noi non siamo solo quelli del ‘vinceroooo… “. Lo ha detto il maestro Riccardo Muti parlando del suo ultimo libro ‘L’infinito tra le note, il mio viaggio nella musica’, in un incontro alla Sala Buzzati-Fondazione Corriere della Sera a Milano, con il direttore del quotidiano, Luciano Fontana.

Il libro (Solferino, 128 pagine, 13 euro) in uscita il 23 maggio non è solo un’autobiografia, ma un saggio in 8 lezioni sui misteri della musica, intrecciando la storia dell’arte dei suoni, la sua grande esperienza di direttore (”penso al podio come a un’isola di solitudine”) e i ricordi più intimi. Quindi il sogno – realizzato – di creare un’orchestra di giovani musicisti italiani e un’Accademia dell’opera italiana in un Paese ‘che spesso dimentica il ruolo dell’arte nella società’ ma anche il suo ruolo nel mondo.

Proprio su questo punto Muti ha insistito anche durante l’incontro ricordando la frase di Sviatoslav Richter con cui chiude il libro ‘ogni persona al mondo ha due patrie, la propria e l’Italia’. Poi l’inestinguibile passione che lo lega da sempre non solo ai grandissimi, Mozart (il titolo è tratto da una frase di Mozart ‘la musica più profonda è quella che si nasconde tra le note’) e Verdi, ma anche ai compositori italiani a lungo dimenticati.

Muti, 78 anni a luglio, nato a Napoli, direttore musicale di prestigiose orchestre internazionali e del Teatro alla Scala, dal 2010 è direttore dell’Orchestra Sinfonica di Chicago, con la quale si è esibito l’ultima volta a Milano due anni fa. “La direzione di orchestra è un’arte molto misteriosa senza orchestra non suona, dirigere significa in fondo indirizzare, dare indicazioni e poi assecondare l’orchestra – ha spiegato il Maestro – ma dirigere nel senso di creare è molto difficile, deve prendere suono da strumenti che sino nelle mani di altri”.

Tra i suoi progetti, ha poi concluso, ha in cantiere La messa Solenne di Beethoven, ma tra un paio di anni (”voglio prepararmi bene”) con l’orchestra sinfonica di Chicago.

(di Marisa Alagia/ANSA)

Lascia un commento