Italiano il pioniere dei Robot per la Luna

Roberto Carlino nel laboratorio di ricerca con il robot.
Roberto Carlino, tra i venti componenti del team Astrobee che hanno progettato Bumble, Honey e Queen.

NAPOLI. – I robot che sta realizzando, e che la Nasa sta testando sulla Stazione spaziale internazionale (ISS), costituiranno la base di partenza di quelli che verranno adoperati sul Lunar Orbital Gateway, la futura stazione orbitante attorno alla Luna.

Figura anche un giovanissimo ingegnere aerospaziale napoletano, di appena 30 anni, che si chiama Roberto Carlino, tra i venti componenti del team Astrobee che hanno progettato Bumble, Honey e Queen, i robot destinati ad assistere gli astronauti nei compiti di gestione, controllo e monitoraggio della ISS. Due di questi robot, che possono essere impiegati nei campi della robotica, della propulsione e dell’intelligenza artificiale, sono stati lanciati nello spazio di recente. Uno, Bumble, ha completato i test a cui è stato sottoposto dall’astronauta Anne McClain fino a qualche settimana fa.

Tra poco anche il secondo robot sarà testato mentre si dovrà attendere il mese di luglio, quando sarà lanciato in orbita, per provare anche l’ultimo dei tre fratelli ‘bee’ alla cui realizzazione il ricercatore italiano ha dato una spinta fondamentale.

La vita di Roberto, laureatosi a soli 23 anni, con 110 e lode, presso l’Università Federico II di Napoli, è cambiata nel novembre 2014, quando la Nasa lo ha convocato in California dopo un test via Skype. Lui stava lavorando per Telespazio, a Roma. Negli Usa c’era già stato per presentare un progetto realizzato insieme con altri tre colleghi. E lì, a Mountain View, dove ogni ingegnere aerospaziale con un minimo di ambizione vorrebbe approdare, e dove ora lavora, hanno subito capito che questo ragazzo aveva una marcia in più.

L’Italia gli manca, ammette, ma sa bene che il suo futuro ormai è lì, a Sud di San Francisco, in California. “Qui, – aggiunge il ricercatore – c’è il mio lavoro e ci sono i miei amici. Poi la California è meravigliosa. Ogni tanto torno in Italia (il suo arrivo a Napoli è previsto per il prossimo mese di giugno, ndr) dai miei genitori. Mamma (che come il padre e il fratello maggiore sono medici) da poco è stata qui con me. Si è divertita moltissimo nel scoprire il mio lavoro e i luoghi dove sto trascorrendo la mia vita”.

“Sono consapevole di essere stato fortunato – dice rivolgendosi agli studenti italiani – ma credo che con una forte ambizione e una grande determinazione i propri sogni si possano realizzare. Io ho realizzato il mio”.

(di Orlando Piantadosi/ANSA)

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