Olanda al voto, occhi puntati sul populista Baudet

Il premier olandese, Mark Rutte.
Il premier olandese, Mark Rutte.

BRUXELLES – Si aprono oggi le urne in Olanda, dove il voto per le europee sarà un nuovo test per il governo del liberale Mark Rutte, già uscito traballante dalle elezioni per il Senato dello scorso 27 marzo. In quell’occasione si è infatti imposto sulla scena un nuovo sfidante, Thierry Baudet, controverso leader del partito populista di destra Forum voor Democratie (FvD), arrivato a sorpresa primo sottraendo voti allo xenofobo Wilders grazie al suo approccio più soft. Ed ora è dato nei sondaggi testa a testa con i liberal-conservatori di Rutte (VVD), mentre il Freedom Party di Wilders rischia di esserne fagocitato.

Fino a marzo, Rutte non dava molto peso al partito di Baudet, eccentrico leader che ama parlare in latino, postare selfie seminudo su Instagram e fare commenti sessisti sulle donne. Ma dopo la sua schiacciante vittoria al Senato, il premier ha deciso di sfidarlo apertamente in ogni occasione, fino a un confronto televisivo a poche ore dall’apertura dei seggi. Nella speranza di convincere gli elettori a non sostenere chi vuole un referendum sull’uscita dell’Olanda dall’Ue.

Rutte è in evidente difficoltà, e non a caso circola il suo nome per uno dei top job delle istituzioni Ue. Le dimissioni del suo ministro dell’Immigrazione, accusato di nascondere i dati sui crimini dei rifugiati, sono solo l’ultimo segnale dell’insofferenza degli elettori per le posizioni troppo morbide del governo sui temi che contano. I sondaggi vedono in arrivo per il VVD 5 seggi, tanti quanti quelli che prenderebbe il FvD, alla sua prima prova in Europa.

La differenza, come nel resto dell’Unione, la farà l’affluenza. E dato che i partiti con posizioni più estreme sono tendenzialmente quelli che smuovono più elettori, le quotazioni di Baudet aumentano. La sua vittoria non sarebbe immediatamente un aiuto a Salvini e ai suoi alleati: FvD vuole entrare nel gruppo dei conservatori e riformisti (ECR) e non in quello di Lega e Front National (EFN). Ma le attuali formazioni del Parlamento Ue sono tutte destinate a cambiare dopo il 26 maggio, e gli euroscettici populisti potrebbero finire in un’unica casa.

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