Moavero: “Nuove elezioni presidenziali soluzione alla crisi venezuelana”

Il ministro degli Esteri Enzo Moavero
Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. (ANSA)

ROMA – “La soluzione alla crisi venezuelana la può dare solo il popolo venezuelano con nuove elezioni presidenziali” lo ha precisato il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, intervenendo a un Forum dell’Ansa.

Rispondendo alle domande dei giornalisti dell’Agenzia stampa italiana, il ministro ha ribadito la posizione del governo italiano sulla crisi del Venezuela, dove vivono circa 100 mila connazionali e, si stima, oltre un milione di italo-venezuelani.

– Non riconosciamo come legittime le ultime elezioni presidenziali in Venezuela e quindi non riconosciamo Maduro come legittimo presidente – ha affermato il ministro -. Riconosciamo tuttavia come legittime le elezioni dell’Assemblea nazionale che ha poi eletto in suo seno Guaidó. Non abbiamo però ritenuto, e questo è l’elemento di differenza con gli altri partner europei – ha precisato -, che personalizzare lo scontro in una situazione già difficile aiutasse la soluzione della crisi.

Nei giorni scorsi si è recato in Venezuela, dove in rappresentanza dell’Italia ha preso parte agli incontri del Gruppo di contatto ristretto formato dai viceministri degli Esteri di cinque Paesi – Italia, Spagna, Svezia, Uruguay e Portogallo -, il sottosegretario Ricardo Merlo. Nel corso della missione a Caracas, i rappresentanti dell’Unione Europea, hanno sostenuto incontri con Juan Guaidó ed esponenti delle principali forze politiche dell’Opposizione, – leggasi, Henry Ramos Allup, Enrique Capriles Radonski, Manuel Rosales, e Martinez Motola -. Ha anche sostenuto un colloquio diretto con il presidente Nicolas Maduro, il suo ministro degli Esteri, Jorge Arreaza e i principali esponenti del PSUV.

Il Sottosegretario Merlo, inoltre, accompagnato dal nostro Ambasciatore, Silvio Mignano, ha avuto una colazione privata con Juan Guaidó, nell’Ambasciata d’Italia a Caracas.

– Abbiamo potuto osservare, durante e dopo gli incontri – dichiarò in quell’occasione il sottosegretario Merlo -, che da parte dell’opposizione c’è una volontà totale di preparare una transizione democratica veloce, dunque andare a elezioni trasparenti, democratiche e controllate da organismi internazionali prima possibile. Da parte di Maduro, invece, e da parte dei suoi punti di riferimento politici e parlamentari, c’è una posizione piuttosto dubbiosa per quanto riguarda la possibilità di nuove elezioni.

Ed infatti, il presidente Maduro, che la stragrande maggioranza del mondo democratico considera illegittimo, nei giorni scorsi ha annunciato che ci saranno elezioni anticipate del Parlamento. Non ha fatto tuttavia alcun riferimento a quelle del capo dello Stato, come esigono Unione Europea e Stati Uniti. E’ questo un escamotage per orientare il dibattito politico nazionale verso altri argomenti e alleviare la pressione sul suo governo.

Juan Guaidó, che si mantiene aperto al dialogo nella speranza che si possa raggiungere presto un accordo che permetta di costituire un governo di transizione e arrivare quanto prima a nuove elezioni presidenziali, resta a sua volta fermo sulla sua posizione: liberazione dei prigionieri politici, la fine dell’usurpazione ed elezioni libere e democratiche alle quali possano partecipare tutti i partiti, con un arbitro nuovo e imparziale e la partecipazione di organismi internazionali obiettivi, equilibrati e non di parte.

Redazione Madrid