Ron Santa Teresa, un rum che aiuta nel recupero di criminali delle gang

Santa Teresa 1796, Ron Antiguo de Solera.
Santa Teresa 1796, Ron Antiguo de Solera. (ANSA)

MILANO. – Nel suo albero genealogico c’è anche Simón Bolívar, il rivoluzionario venezuelano ‘Liberatore’ nelle guerre di indipendenza in Sud America. E un po’ quello spirito rivoluzionario e visionario, forse, è rimasto anche in Alberto Vollmer Herrera, amministratore delegato di Santa Teresa Rum, una delle più antiche ‘hacienda’ produttrici di rum in Venezuela, che dal 1796 lavora la canna da zucchero per trasformarla in un distillato ambrato che invecchia tra i 4 ai 35 anni prima di raccogliere sentori di miele, tabacco, cuoio e frutta esotica.

Quando nel 2003 tre giovani aggredirono gli uomini della sicurezza per rubare armi e pistole, anziché vedersi rispondere al fuoco o essere catturati e consegnati alla polizia, i tre si sentirono fare una proposta inaspettata: la possibilità di lavorare gratuitamente per tre mesi nell’azienda. Accettarono.

Da quell’episodio nacque il Progetto Alcatraz, programma di reinserimento sociale che ad oggi ha recuperato oltre 200 giovani da un passato come criminali delle gang. Un circolo virtuoso che ha portato nella zona El Consejo (La Victoria – Stato Aragua), una delle più violente del Venezuela a poco più di un’ora da Caracas, a una riduzione dei omicidi e crimini del 90%.

Pilastri del programma sono istruzione, lavoro e rugby “per trasmettere rispetto, disciplina, lavoro di squadra, umiltà”, ha spiegato Vollmer Herrera che ha anche un passato da rugbista e che ha portato questo sport anche in 8 penitenziari del paese.

Trasformare le sfide in opportunità e “dare sempre una possibilità, una seconda chance”, è quindi la linea del patron di Santa Teresa, che a Milano ha presentato la sua hacienda e il suo rum. Alle 400 famiglie che nel 2000 occuparono alcuni terreni dello stabilimento per vivere disse: “Se volete invadere le mie proprietà fate pure, ma sappiate che io invaderò i vostri cervelli”.

Non le cacciò via e da quella disperata occupazione nacque anche il progetto urbanistico ‘Camino Real’ con cui l’azienda ha donato quel lotto di terra, ha costruito le loro case e ha dato lavoro in distilleria facendo nascere di fatto una nuova comunità.

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