Lunedì vertice Conte e vicepremier. Si apre rebus rimpasto

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte (C) con il ministro dellinterno e vicepremier Matteo Salvini (D) ed il ministro del lavoro e vicepremier Luigi Di Maio (S) durante un dibattito in aula al Senato. Governo
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte (C) con il ministro dellinterno e vicepremier Matteo Salvini (D) ed il ministro del lavoro e vicepremier Luigi Di Maio (S) durante un dibattito in aula al Senato. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Si aprirà con l’atteso vertice a tre, tra Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, la settimana decisiva per la seconda fase del governo giallo-verde. Archiviato, almeno temporaneamente, il rischio della crisi di governo e sulla scia dell’incontro a due – auspicato anche dal premier, che in quelle ore era in Vietnam – tra il leader della Lega e il capo politico del M5S, il governo si prepara a fare il punto.

Con due rebus. Quello del negoziato con l’Ue e quello della partita del rimpasto, dove la “graticola”, cioè l’esame dei parlamentari del Movimento per i sottosegretari 5s si incrocia con un possibile riequilibrio della squadra a favore della Lega. Le basi di tutto ciò verranno poste già lunedì.

Conte potrebbe vedere i suoi vice al termine di una giornata che lo vedrà impegnato, in mattinata, nel faccia a faccia con lo Spitzenkandidat dei Popolari Manfred Weber. Un incontro che arriva in un momento in cui sembra emergere il rischio di un’Italia isolata in Europa e che quindi testimonia come, in vista della partita per la presidenza della commissione Ue e per le nomine dei top job europei l’apporto dell’Italia è quantomeno considerato.

Si parlerà anche di questo, sempre lunedì, nel vertice a tre a Palazzo Chigi. Un vertice che Conte ritiene necessario in quanto la definizione della linea politica del governo, fermo restando le auspicabili intese, passa sempre dal presidente del Consiglio, ragionano fonti di maggioranza. Ed è una linea che dovrà essere concordata anche rispetto al negoziato con Bruxelles.

All’orizzonte, la possibilità di frizione tra chi, come Lega e anche M5S in queste ultime ore, apre all’opzione dei mini-Bot e chi, invece come il titolare del Mef Giovanni Tria e lo stesso premier, ha più di un dubbio su questa soluzione. Dubbi che, ragionano a Palazzo Chigi, non influiranno sul negoziato che Conte ha in mente di mettere in campo con l’Ue per evitare la manovra estiva. Un negoziato duro, dove la cifra sarà quella del dialogo, non di un arretramento di posizioni.

La settimana prossima sarà decisiva anche per la futura squadra di governo. Un rimpasto, sebbene ufficialmente né la Lega né il M5S lo ammettano, resta nell’aria. Due i ministeri a rischio individuati in questi giorni: quello delle Infrastrutture, retto da Danilo Toninelli e quello della Sanità, guidato da Giulia Grillo. “Se la Lega vuole un rimpasto a suo favore ce lo chieda e ne ragioniamo”, spiegano fonti del M5S.

Mentre fonti della Lega ribadiscono come Salvini non cerchi poltrone spiegando che, nelle discussioni sulla squadra di governo devono entrare due elementi: il risultato, indiscutibile, delle Europee, e il fatto che in parlamento il M5S abbia il doppio degli esponenti della Lega. E poi c’è il tema dell’agenda del governo dove, per la Lega, su alcuni dicasteri ci sono debolezze.

E sono soprattutto i dossier in capo al Mit ad entrare nel mirino dei leghisti. L’idea di sostituire Toninelli con il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli, circolata nelle ultime ore, non è peregrina. Fonti del M5S non confermano, limitandosi a ricordare il buon lavoro del capogruppo in questi mesi. Ma il problema, ragionano i pentastellati, è un altro: la Lega accetterà che al posto di Toninelli arrivi un altro esponente del M5S?

Il vertice si terrà alla luce dei ballottaggi di domenica. Due le città simbolo a cui guarda la Lega per una vittoria: Ferrara e Prato, località di quel Centro da tempo entrato nella strategia di “conquista” di Salvini. E il vicepremier, per il 16-17 giugno, prepara quel viaggio da tempo rinviato: la missione negli Usa, alla corte del governo Donald Trump.

(di Michele Esposito/ANSA)