Usa 2020: sfida Trump-Biden nello stato chiave dell’Iowa

Joe Biden apre la campagna per le presidenziali del 2020 a Filadelfia.
Joe Biden apre la campagna per le presidenziali del 2020 a Filadelfia. Immagine d'archivio. (ANSA/EPA)

WASHINGTON. – Prima sfida a distanza martedì fra Donald Trump e (per ora) il suo principale avversario dem Joe Biden in Iowa, lo stato che tra otto mesi aprirà come da tradizione la stagione delle primarie per la Casa Bianca. Nonostante il calendario del 2020 sia cambiato, in particolare con l’anticipazione delle primarie californiane in marzo, i caucus dell’Iowa restano un banco di prova importante, che in genere segnalano il futuro vincitore: l’ultimo democratico a strappare la nomination senza aver vinto qui fu Bill Clinton nel 1992, mentre il tycoon riuscì ad imporsi lo stesso pur arrivando secondo nel 2016.

Trump torna in questo cruciale stato del Midwest da vincitore della guerra dei dazi col Messico, minacciandone altri se il parlamento messicano non approverà un’ulteriore e finora inedita parte dell’accordo per fermare le ondate di migranti centroamericani verso gli Usa. Il presidente difende il suo operato, anche se gli agricoltori dell’Iowa sono preoccupati che la politica dei dazi blocchi la ratifica al Congresso del nuovo accordo commerciale tra Usa, Messico e Canada.

Ma il tycoon è pronto a sventolare anche il fresco regalo fatto ai ‘farmer’ revocando il bando estivo per la più inquinante benzina con il 15% di etanolo, quando visiterà un impianto del settore a Council Bluffs, prima di partecipare ad una raccolta fondi a West Des Moines. E c’è da giurare che non esiterà a prendere di mira nuovamente “l’assonnato Jeo”, dopo averlo attaccato nei giorni scorsi per i suoi comizi dove “attira solo le mosche” e per i plagi del suo “ridicolo piano contro il cambiamento climatico”.

Un piano ambizioso da 5.000 miliardi che il moderato Biden ha presentato anche per difendersi dalle critiche dall’ala liberal del partito, dimenticando però di citare le fonti e costringendo così la campagna a scusarsi. L’ex vicepresidente ha dovuto fronteggiare le critiche da sinistra anche sullo scottante tema dell’aborto, facendo una repentina retromarcia sul suo sostegno all’Hyde amendment, che da oltre 40 anni vieta al governo di finanziare l’interruzione di gravidanza in gran parte dei casi.

Non è forse un caso che domenica Biden abbia disertato proprio nell’Iowa il confronto con ben 19 dei 23 candidati dem, come aveva già fatto nella convention del partito in California. La scusa ufficiale è che ha partecipato alla cerimonia per il diploma della nipote nella capitale e che in Iowa ci andrà martedì. Ma quella di Biden sembra una strategia precisa, ossia smarcarsi dai rivali e fare una corsa solitaria, forte dei sondaggi che lo danno saldamente in vantaggio sia a livello nazionale che nello stesso Iowa, anche se in flessione.

Secondo un sondaggio della Cnn, in tutto il Paese l’ex vice di Obama e’ al 32%, con un calo di 7 punti, seguito da Bernie Sanders (dal 15% al 18%). In Iowa, stando ad un rilevamento della stessa emittente, Biden guida con il 24%, staccando Sanders (16%), Elizabeth Warren (15%) e il sindaco di South bend (Indiana) Pete Buttigieg (14%), il vero outsider. Più lontana la senatrice californiana Kamala Harris (7%), mentre gli altri candidati hanno consensi sotto il 5%, compreso Beto O’Rourke, che era considerato l’astro nascente dei dem.

Tutti sono in competizione tra loro ma per ora sembrano uniti contro il convitato di pietra Biden, attaccato senza essere nominato da Sanders (una piattaforma moderata non paga), Warren (no ai soldi dei grandi donatori) e Buttigieg (i dem non possono tornare agli anni ’90).

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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