Le news per Google valgono 4,7 miliardi di dollari

L'entrata degli uffici di Google e YouTube
L'entrata degli uffici di Google e YouTube

NEW YORK. – I giornali sono in difficoltà e chiudono. Il valore dell’informazione è in qualche modo svilito. Ma non per tutti: Google ha realizzato 4,7 miliardi di dollari grazie alle news nel 2018, una cifra quasi pari ai 5,1 miliardi della raccolta pubblicitaria digitale realizzata dall’industria dei media americani lo scorso anno. A dipingere le due facce dell’informazione statunitense è uno studio di News Media Alliance, l’associazione che riunisce 2.000 quotidiani americani, incluso il New York Times.

Lo studio rientra negli sforzi di lobby della News Media Alliance sul Congresso affinché approvi il Journalism Competition and Preservation Act, un progetto di legge che consente agli editori online di trattare con le maggiori piattaforme i termini in base ai quali possono distribuire i loro contenuti. All’associazione, che parla di stime caute su quanto realizzato da Google con le news, replica secco Mountain View.

“Questi calcoli sono approssimativi e imprecisi, come sottolineato da numerosi esperti. La stragrande maggioranza di ricerche legate alle news non mostra annunci pubblicitari. Inoltre lo studio non tiene conto del valore offerto da Google” afferma un portavoce della società.

“Ogni mese Google News e la Ricerca di Google portano oltre 10 miliardi di click ai siti web degli editori che generano, a loro volta, abbonamenti e entrate pubblicitarie significative”, aggiunge Google, precisando di aver “lavorato duramente per essere un partner collaborativo e di supporto per la tecnologia e la pubblicità per gli editori di tutto il mondo”. Google e Facebook sono i maggiori distributori di news, veicolando l’80% del traffico esterno ai vari siti.

“Lo studio illustra cosa sapevamo ormai da tempo: l’attuale dinamica nella relazione fra le piattaforme e la nostra industria è devastante” dice Terrance Egger, amministratore delegato di Philadelphia Inquirer, secondo il quale “c’è il potenziale per una bellissima codipendenza”. Secondo Egger, infatti, le news sono sempre più il primo motivo dell’elevato coinvolgimento degli utenti e “alla luce di questo le piattaforme non vogliono vedere le news andare via. La conseguenza è che dobbiamo condividere i ricavi o essere pagati per il contenuto che produciamo”.

(di Serena Di Ronza/ANSA)