Cala la spesa delle famiglie, una su sei risparmia sulla salute

Un anziano guarda i prodotti in una macelleria.
Un anziano guarda i prodotti in una macelleria.

ROMA. – Il 2018 è stato un anno di spending review per le famiglie italiane. La spesa media è stata di 2.571 euro al mese, secondo i dati Istat, in linea con quella del 2017, ma intanto i prezzi salivano. Così i consumi reali, al netto dell’inflazione, sono scesi per la prima volta da cinque anni, con un calo dello 0,9%. I tagli hanno raggiunto persino le spese per la salute, con una famiglia su sei che risparmia sulle visite mediche. Si è allontanato ancora il tenore di vita di prima della crisi.

Nel 2011, le famiglie spendevano in media 2.640 euro al mese, poi è arrivata la seconda ondata della recessione. Abbiamo perso in sette anni 60 miliardi di consumi, calcola l’ufficio economico di Confesercenti. Mentre spinge ancora più indietro nel tempo la sua analisi Coldiretti. Rispetto a dieci anni fa, stima l’associazione, gli italiani spendono per mangiare il 3% in meno e frutta e verdura hanno sorpassato la carne come principale spesa alimentare.

“Le famiglie vivono una situazione di difficoltà sempre più profonda, a fronte di redditi che non crescono abbastanza”, commenta Federconsumatori. Le criticità sono evidenti soprattutto nel Mezzogiorno. Al Sud quasi una famiglia su quattro ha cercato di risparmiare, nel 2018, sulle spese per la salute (il 24,1% contro una media italiana del 16,1%) e la maggioranza ha comprato meno scarpe e vestiti e fatto rinunce su viaggi e vacanze.

Anche nel resto d’Italia tanti hanno cambiato abitudini, ma in misura minore. Del resto, ottocento euro al mese separano i consumi mensili delle famiglie del Nord Ovest da quelli delle famiglie delle Isole. Il divario si è leggermente ridotto ed è sceso sotto sotto il 40% per la prima volta dal 2009, ma continua a pesare. In Lombardia, le famiglie spendono 3.030 euro al mese. In Calabria, 1.118 euro in meno.

“Differenze così abnormi rappresentano una vergogna per un paese civile”, commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Ai divari territoriali si sommano le disuguaglianze sociali, con le famiglie più “ricche” che spendono oltre cinque volte più di quelle “povere”.

Le famiglie di imprenditori e liberi professionisti hanno consumi di 4.025 euro mentre, all’estremo opposto, le famiglie dei disoccupati spendono 1.793 euro. All’aumentare del livello di spesa cambia anche il tipo di consumi. Le famiglie benestanti spendono di più per il tempo libero e la moda, mentre in quelle con minori consumi più di un quinto della spesa è assorbito dal cibo.

In generale, la spesa principale per le famiglie è la casa, che pesa per 903 euro. Questa stima include affitti figurativi per 589 euro, cioè la spesa che le famiglie dovrebbero sostenere per l’affitto di un’abitazione come quella in cui vivono. Al secondo posto ci sono i prodotti alimentari e le bevande analcoliche con una spesa di 462 euro (era 457 euro nel 2017) e al terzo posto i trasporti (292 euro).

Il rapporto mostra che gli italiani si confermano, ancora una volta, restii a rinunciare all’auto privata per gli spostamenti. Tra tanti risparmi, solo una famiglia su quattro ha cercato di limitare la spesa per i carburanti.

(di Chiara Munafò/ANSA)