Alabama, castrazione chimica per chi violenta i minori

Kay Ivey, la governatrice repubblicana dell'Alabama, ha firmato la legge approvata dal parlamento locale lo scorso 31 maggio
Kay Ivey, la governatrice repubblicana dell'Alabama, ha firmato la legge approvata dal parlamento locale lo scorso 31 maggio.

WASHINGTON. – La castrazione chimica per abusi sessuali sui minori di 13 anni come condizione per la libertà condizionale: Kay Ivey, la governatrice repubblicana dell’Alabama, ha firmato la legge approvata dal parlamento locale lo scorso 31 maggio, confermando lo Stato del sud come apripista nel Paese delle misure più conservatrici in vista del voto del 2020.

Solo un mese fa Ivey aveva promulgato anche una nuova legge sull’aborto, la più restrittiva d’America, che vieta l’interruzione di gravidanza anche in caso di stupro o incesto. Una misura “troppo oltre” anche per Donald Trump. A sponsorizzare l’ultimo provvedimento è stato il deputato repubblicano Steve Hurst, che nel 2011 aveva proposto la soluzione irreversibile della castrazione chirurgica.

Immediato, dall’Italia, il plauso della Lega per la nuova legge. “Un modo per prevenire altre violenze e intervenire su persone evidentemente malate, oltre che con il carcere anche con una cura farmacologica. Sono convinto sia una buona pratica da adottare anche in Italia, come la Lega propone da anni”, ha commentato il vice premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Gli ha fatto eco Roberto Calderoli, vice presidente del Senato: “In Italia abbiamo perso vent’anni senza un motivo ma ora confido davvero che i tempi siano maturi anche per noi per introdurre la castrazione chimica temporanea, come continuo a chiedere da vent’anni con proposte di legge che nessun Parlamento e nessuna maggioranza finora ha voluto discutere”, ha osservato, definendo quella dell’Alabama una “norma di banale buon senso”, “non per punire ulteriormente i colpevoli degli stupri ma semplicemente per proteggere i bambini”.

Negli Usa sono oltre 57 mila i bimbi che hanno subito abusi sessuali: nel 93% dei casi conoscono il loro aguzzino. La legge dell’Alabama, che entrerà in vigore dal primo settembre, obbliga i condannati per reati sessuali contro minori di 13 anni a sottoporsi alla castrazione chimica almeno un mese prima della loro scarcerazione. La maggior parte dovrà pagare di tasca propria il trattamento, che proseguirà finché un giudice non valuterà che non è più necessario. E sarà sempre un giudice, non un medico, a informare gli interessati sugli effetti della terapia, che è reversibile.

Si tratta di iniezioni che bloccano la produzione di testosterone. Ma il metodo è controverso. Sul piano medico, perché gli effetti cessano quando si sospendono i farmaci, che peraltro non prevengono in assoluto ulteriori assalti, soprattutto se causati non da impulsi sessuali ma dal desiderio di potere o altre molle. Sul piano del diritto, perché violerebbe i diritti costituzionali che tutelano la privacy e vietano “punizioni crudeli e inusuali”, come obiettano ong quali l’American Civil Liberties of Alabama.

L’Alabama è almeno il settimo stato a consentire o richiedere la castrazione chimica dei ‘sex offender’, unendosi a California, Florida, Louisiana, Montana, Iowa e Wisconsin. Ma in gran parte di questi Stati il trattamento non è mai stato attuato o è solo opzionale per chi vuole ottenere o accelerare la libertà condizionale.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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