Macron lancia Merkel per l’Ue, Weber sempre più debole

Il presidente francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel
Il presidente francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel (ANSA/EPA)

BRUXELLES. – Il presidente francese Emmanuel Macron rilancia a sorpresa la candidatura di Angela Merkel alla presidenza della Commissione Ue e spariglia le carte. Per un’Europa forte occorre che ai suoi vertici ci siano “figure con una credibilità personale, dotate di competenze”, è il ragionamento del capo dell’Eliseo, che riconferma tutte le sue riserve sulla candidatura di Manfred Weber.

“Questi ‘spitzenkandidat’ – scuote la testa – non li conosce nessuno”. Una mossa, quella di Macron, che indebolisce ancora di più il bavarese nella corsa per l’esecutivo comunitario. I meno gentili definiscono Weber “un morto che cammina”, e anche se il Ppe continua a fare quadrato sul suo nome, è facile immaginare che la svolta sia dietro l’angolo, quando i quattro principali gruppi politici del Parlamento europeo – Popolari, Socialisti e democratici, liberali e Verdi – proveranno a trovare un’intesa sul nome da sostenere in vista del vertice dei leader europei del 20-21 giugno.

“Macron propone Merkel presidente della Commissione Ue? Bella coppia…”, commenta caustico il leader della Lega Matteo Salvini. “La cancelliera Angela Merkel è una persona di grande credibilità sul piano dell’esperienza, della gestione di dossier molto complicati, e sarebbe non un buon ma un ottimo candidato per la presidenza della commissione Ue. A quanto ne so però, non pensa a questo impegno”, interviene invece il premier Giuseppe Conte, che nella partita delle nomine insiste nel “rivendicare” per l’Italia “una posizione di primo piano”.

Non gli Affari economici, “per una questione di eleganza”, visto il “confronto sulla procedura d’infrazione”, ma di certo un altro “portafoglio economico consistente”, ribadisce. Ma la mossa di Macron è davvero “un attestato d’amicizia” verso Merkel, come interpreta Conte, o è piuttosto un ballon d’essai?

La cancelliera tedesca per il momento non reagisce: in passato aveva detto di non essere interessata, ma è lecito domandarsi se qualcosa di nuovo non sia in ebollizione nel calderone delle trattative sotterranee del Risiko sulle nomine, che prevede anche la cruciale decisione sulla leadership della Banca centrale europea. “Nessuno direbbe di no se Merkel volesse prendere il posto di Juncker”, secondo fonti diplomatiche europee.

Al contrario, la candidatura del presidente della Bundesbank Jens Weidmann alla Bce appare ben più divisiva. Un falco che “getta un’ombra” sull’Eurotower, la “scelta più rischiosa”, avverte infatti il Financial Times. Meglio piazzati per succedere a Mario Draghi appaiono i finlandesi Olli Rehn e Erkki Liikanen, visti tutto sommato come una soluzione di compromesso. Ma anche il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, che secondo indiscrezioni l’Italia sembra intenzionata ad appoggiare.

Intanto sul fronte del Parlamento europeo, l’eurodeputato della Lega Marco Zanni è stato eletto presidente del gruppo sovranista ‘Identità e democrazia’, la nuova famiglia politica nata dalle ceneri dell’Europa delle Nazioni e delle Libertà’ (Enf), di cui fanno parte anche i parlamentari del Rassemblement National di Marine Le Pen e i tedeschi di AfD. E anche l’Alde, con l’arrivo del drappello dei macroniani capitanati da Nathalie Loiseau, ha cambiato nome: d’ora in poi sarà ‘Renew Europe’.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

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