Mondiali donne: unghie tricolori, l’Italia vuole gli ottavi

Il poster della Federazione Gioco Calcio della nazionale italiana femminile. In primo piano la capitana Sara Gama
Il poster della Federazione Gioco Calcio della nazionale italiana femminile. In primo piano la capitana Sara Gama

ROMA. – In difficile equilibrio tra prudenza ed entusiasmo, le azzurre del calcio preparano nel ritiro di Reims la seconda sfida del loro Mondiale, dopodomani contro la Giamaica, che in caso di vittoria le promuoverebbe agli ottavi di finale del torneo con un turno di anticipo. Non è facile dopo la rimonta vincente all’esordio con l’Australia, ma le ragazze guidate da Milena Bertolini cercano di tenere i piedi per terra, pur consce di avere davanti un’occasione d’oro per indirizzare al meglio la loro missione in terra francese.

Il lavoro anche psicologico della ct sembra funzionare, almeno dalle parole dell’attaccante Cristiana Girelli e del difensore Elisa Bartoli, protagoniste della conferenza stampa, che invitano a non sottovalutare le ‘Reggae Girlz’, che “hanno qualche mancanza tattica e tecnica ma a livello fisico e di corsa sono molto forti”. “Vincere al ’95 è stato bellissimo e battere l’Australia ci ha dato coraggio, forza e consapevolezza – ha ricordato Bartoli -. Con la Giamaica, dobbiamo entrare in campo con lo stesso atteggiamento che abbiamo avuto all’esordio. Giocando di squadra potremmo metterle in difficoltà”.

La romana, soprannominata ‘Il Gladiatore’ per la grinta che mette in campo, se dovesse giocare – con l’Australia è entrata nella ripresa – potrebbe trovarsi di fronte il pericolo numero uno delle giamaicane, Khadija ‘Bunny’ Shaw, e due compagne di squadra nella Capitale, il difensore Allyson Swaby e l’attaccante Trudi Carter: “La loro fisicità ci metterà in difficoltà. Sono simpatiche e allegre, a Roma si sono ambientate bene”.

Anche Girelli invita alla prudenza: “Battere l’Australia è stata una grande impresa, ma non abbiamo ancora fatto nulla. Dobbiamo restare con i piedi per terra. La Giamaica è molto tosta, ma sappiamo che vincere vorrebbe dire passaggio del turno assicurato”.

Con 29 gol all’attivo, la bresciana è la ‘bomber’ del gruppo, ma non vive solo per il gol. “Nel calcio moderno un attaccante deve essere utile alla squadra – ha spiegato -, a volte però mi accusano di correre troppo. Con l’Australia nella ripresa ho arretrato un po’ il mio raggio d’azione, ho fatto una partita di sacrificio”.

Dopo il successo sull’Australia, Girelli si è esibita con le compagne nella ‘Macarena’: “Una musica di 20 anni fa, ci piacciono i revival: ti uniscono e danno la giusta grinta. Per la Giamaica non ho preparato nulla ma si dice che ‘squadra che vince non si cambia’, quindi…”. Musica, ma anche il look giusto, come lo smalto tricolore della mani “Siamo donne e tante di noi si truccano prima di giocare. Non ci vedo nulla di male”, ha concluso l’attaccante.

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