Acqua potabile un miraggio per una persona su tre nel mondo

Bambine africane con bidoni di acqua in testa.
Bambine africane con bidoni di acqua in testa.

ROMA. – Nel 2019, l’accesso all’acqua potabile sicura è ancora un miraggio per una persona su tre nel mondo, così come il disporre di servizi igienici. E persino un gesto in apparenza tra i più semplici e scontati, il lavarsi le mani in casa propria disponendo di acqua e sapone, è un’impresa impossibile per 3 miliardi di individui. Sono queste le disuguaglianze che penalizzano gran parte dei cittadini del globo denunciate dal Rapporto Unicef-Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ‘Progress on drinking water, sanitation and hygiene 2000-2017: Special focus on inequalities’.

E con conseguenze pesantissime, se si pensa che oltre 300mila bambini muoiono ogni anno nei paesi più poveri a causa della diarrea provocata da carenze igieniche e mancanza d’acqua pulita. Sembra incredibile, ma più della metà del mondo, pari a 4,2 miliardi di persone, non ha accesso a servizi igienico-sanitari sicuri mentre 2,2 miliardi non dispongono di servizi per l’acqua potabile: “Il punto è che il mero accesso all’acqua non basta. Se è sporca o lontana da raggiungere, non stiamo aiutando i bambini a livello globale – afferma Ann Naylor dell’Unicef -. Infatti, se l’acqua non è sicura da bere e se l’accesso ai servizi igienici è limitato, allora non stiano lavorando a favore delle nuove generazioni”.

Secondo Unicef e Oms, dunque, se “progressi significativi sono stati fatti per l’accesso universale di base all’acqua, ci sono tuttavia grandi differenze nella qualità dei servizi forniti”. Così, se dal 2000 ad oggi 1,8 miliardi di persone hanno avuto accesso a servizi per l’acqua potabile, ben 785 milioni di individui ancora non godono di servizi idrici di base e 144 milioni tra questi bevono solo acqua di superficie non trattata.

Ma “se i vari paesi falliranno negli sforzi per garantire acqua sicura e servizi igienico e sanitari – ha avvertito Maria Neira, Director Department of Public Health dell’Oms – continueremo a vivere insieme a malattie che già da tempo sarebbero dovute essere nei libri di storia: malattia come diarrea, colera, tifo, epatite A e malattie tropicali dimenticate. Investire in acqua, sanità e igiene è vantaggioso per la società sotto molteplici aspetti ed è – rileva – una base essenziale per la salute pubblica”.

In gioco, insomma, è il benessere delle prossime generazioni. Questi dati, commenta all’ANSA il portavoce Unicef Italia Andrea Iacomini, “ci dicono che ci sono rischi enormi per la salute pubblica in vaste aree del mondo. Chiediamo che i governi raddoppino i propri investimenti per garantire acqua pulita e servizi igienici”.

Una situazione lontana anni luce da quella che si vive in Occidente, ma anche in Italia i problemi legati all’accesso all’acqua, sottolinea, non mancano: “Gli ultimi dati Istat rilevano che l’Italia è il paese europeo con il maggior prelievo di acqua per uso potabile, pari a 9,5 miliardi di metri cubi nel 2015; di questi, però, solo 8,5 mld sono effettivamente immessi nelle reti di distribuzione e solo 5 mld arrivano ai cittadini anche per colpa di reti spesso inadeguate; inoltre, sempre nel 2015 i carichi inquinanti delle industrie immessi nelle reti dei depuratori hanno raggiunto una quota del 60%”.

Dunque, “in Italia c’è pieno accesso all’acqua potabile, ma abbiamo problemi di distribuzione e inquinamento ed è necessario – conclude Iacomini – un serio intervento per l’ammodernamento della rete distributiva”.

(di Manuela Correra/ANSA)