Il metodo Hamer: “Il cancro non si cura con i farmaci”

Una donna forma con le dita il simbolo del cuore e dentro quello del tumore al seno.
Una donna forma con le dita il simbolo del cuore e dentro quello del tumore al seno.

ROMA. – Si basa su teorie mai sottoposte ad una sperimentazione scientifica e il suo presupposto è che il tumore sia il frutto di un conflitto psichico: è il cosiddetto metodo Hamer, o Nuova Medicina Germanica, elaborato dall’ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer.

In Italia uno degli ultimi casi è quello di Eleonora Bottaro, giovane morta nel 2016 per una leucemia, dopo aver rifiutato la chemio ed essersi affidata ai genitori che credevano nel metodo Hamer. I due sono stati condannati a due anni dal tribunale di Padova.

Le teorie di Hamer hanno già fatto diversi morti in tutto il mondo. In Italia negli ultimi anni, oltre al caso Bottaro, c’è stato quello di una donna malata di melanoma e un’altra di tumore al seno, entrambe morte per aver preferito il metodo Hamer alla medicina tradizionale che avrebbe potuto curarle.

Come spiega l’Airc (Associazione italiana ricerca contro il cancro), “nel metodo Hamer sono presenti idee razziste e antisemite, e si rinnega l’uso dei farmaci, provocando ai pazienti gravi ritardi nell’inizio delle terapie e trasformando così tumori curabili in forme incurabili”.

Nato nel 1935 e morto nel 2017, Hamer è stato radiato dall’Albo dei medici nel 1986 e più volte incarcerato. Ha elaborato la sua teoria dopo la morte del figlio Dirk nel 1978 in un incidente che coinvolse anche Vittorio Emanuele di Savoia. L’anno successivo Hamer ebbe un tumore al testicolo, da lui attribuito al trauma, da cui guarì dopo un intervento chirurgico che però definì ‘una scelta sbagliata’, affermando che la guarigione era dovuta alla risoluzione del conflitto interiore.

Per Hamer il cancro di per sé non era mai mortale. Se qualcuno muore durante la fase della malattia in cui vi era un conflitto psichico attivo, ciò era dovuto a perdita di energia, perdita di peso, privazione di sonno e esaurimento emotivo e mentale. Lo stress legato alla diagnosi (o alla prognosi negativa proposta dai medici) bastava a privare l’individuo della sua forza vitale. Hamer sostenne di aver trovato conferma delle sue ipotesi in tutti i casi da lui esaminati ma non esistono studi che le confermino.

(di Adele Lapertosa/ANSA)

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