L’Ue rinvia di sette giorni. Tria ottimista: “Deficit al 2,1%”

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria, ill ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, e il commissario europeo Pierre Moscovici. Manovra
Il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, e il commissario europeo Pierre Moscovici. (ANSA/AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

ROMA. – Il D-day è spostato al 2 luglio. La commissione europea aspetterà un’altra settimana prima di formalizzare la richiesta agli Stati di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia e il suo alto debito. Una settimana che il governo dovrà impiegare, a partire dal Consiglio dei ministri di domani, per confezionare una risposta convincente che spinga anche i più rigoristi a desistere dalla volontà di mettere sotto tutela i conti di Roma.

Giovanni Tria professa ottimismo: “Non vedo ostacoli per un accordo”, ha ripetuto di buon mattino parlando al tradizionale seminario di Villa Mondragone organizzato dalla sua vecchia università, Tor Vergata. Il deficit del 2019 scenderà “in modo naturale” verso il 2,1% (o addirittura il 2%, come sostiene il leghista Claudio Borghi) senza bisogno di mettere in campo misure correttive.

Certo bisognerà certificare non solo le maggiori entrate, come si dovrebbe fare con l’ok al disegno di legge sull’assestamento di metà anno, ma anche i “risparmi” in particolare delle due misure di bandiera del governo gialloverde, Reddito di cittadinanza e pensioni. “Stiamo vedendo in che modo dimostrare alla Commissione europea che questi risparmi esistono”, ha detto sibillino il ministro.

Una via potrebbe essere quella di una relazione al Parlamento, con tanto di voto delle Camere, che riveda le previsioni per l’anno in corso. Bruxelles però ha chiesto rassicurazioni tangibili anche sul prossimo anno ma sul punto ancora manca il via libera politico. Lega e Movimento 5 Stelle sarebbero infatti più che restii a ipotecare la prossima manovra, già zavorrata dai 23 miliardi di aumenti Iva da evitare, con altre promesse di contenimento del deficit.

E, anzi, nel partito di Matteo Salvini si starebbe cercando di tradurre in pratica la richiesta, avanzata dal vicepremier con forza nel weekend, di anticipare la manovra all’estate, o quantomeno una sua parte. Resta la flat tax il piatto forte del menù leghista e anche uno dei capitoli che preoccupa i partner Ue, più che quelli di governo. Anche in casa 5 Stelle è ormai matura, infatti, l’idea che si possa procedere con il taglio delle tasse anche in deficit, se necessario.

Di altro avviso rimane però il titolare di via XX settembre che non solo frena di fronte a possibili accelerazioni, ribadendo che di fisco si parlerà in autunno, con la legge di Bilancio, ma anche sulle ipotesi di farlo con l’indebitamento: “la discussione è per l’anno prossimo, per il 2020”, taglia corto Tria, indicando come faro il voto del Parlamento sul Def di aprile, che “ha approvato obiettivi di deficit contenuti” e chiesto di trovare “misure alternative” agli aumenti dell’Iva.

Le tasse comunque andranno non aumentate o ridotte “attraverso tagli di spesa”. Una volta che il pacchetto anti-procedura avrà la benedizione della politica bisognerà vedere se sarà sufficiente a fare desistere la Commissione: dopo la riunione “il collegio dei commissari ha deciso di ritornare sulla questione italiana martedì prossimo”, ha fatto sapere un portavoce del presidente Jean Claude Juncker, precisando che la Commissione sta comunque procedendo.

La decisione si incrocia però con il percorso sempre più accidentato delle nomine dopo il voto del 26 maggio, e con lo scetticismo che comincia a circolare nelle capitali, e che è emerso anche alla riunione di oggi della Commissione, sul rischio, tutto politico, di complicare ulteriormente il quadro.

Senza un accordo entro il weekend, nel corso del quale il premier Giuseppe Conte avrà occasione di vedere i partner prima al G20 di Osaka poi al vertice Ue straordinario, la Commissione farà partire la sua richiesta, poi la parola passerà agli Stati.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

Lascia un commento