Corte dei Conti: “Rischi gravi da tagli delle tasse senza coperture”

Il portone d'entrata alla Corte dei Conti vigilato da un carabiniere.
Il portone d'entrata alla Corte dei Conti vigilato da un carabiniere.

ROMA. – Doveva essere il sigillo finale sul’assestamento di bilancio, che avrebbe consentito di portare all’Europa la ‘dote’ di minori spese per evitare la procedura per deficit. Invece la relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato, pur riconoscendo i costi contenuti del Reddito di cittadinanza, dubita della crescita attesa dal governo per quest’anno e si sofferma sui “rischi gravi” di uno shock fiscale – quello atteso dalla ‘flat tax’ – senza coperture adeguate di fronte a un debito pubblico vicino “ai limiti massimi della sostenibilità”.

Pur arrivando nel momento delicato delle battute finali del braccio di ferro fra Roma e Bruxelles, non ha fatto sconti il giudizio dei magistrati contabili, riuniti davanti alla requisitoria del procuratore generale Alberto Avoli alla presenza del ministro Giovanni Tria (Economia), Danilo Toninelli (Infrastrutture e Trasporti), Giulia Bongiorno (Pa) ed Erica Stefani (Affari regionali) e del sottosegretario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti.

Un riordino delle deduzioni fiscali e un riassetto delle tasse sono prioritari, certo. Ma lo ‘shock fiscale’ che la Lega pretende (con un budget da 15 miliardi secondo Matteo Salvini, con coperture di cui finora non si sa nulla) “potrebbe avere ripercussioni gravi, tali da annullare o ridurre molto i benefici della rimodulazione delle aliquote”, ha avvertito il procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli.

Parole che rischiano di pesare sul negoziato Italia-Ue visto che Bruxelles potrebbe affidare proprio alla prudenza della manovra 2020 la decisione se aprire o meno la procedura (che riguarda il ‘buco’ di bilancio 2018-2019).

Ermanno Granelli, presidente di coordinamento delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, ha messo l’accento sulla bassa crescita, altro elemento-chiave nella trattativa europea: “anche un tasso medio annuo di crescita del Pil molto modesto, come quello ora stimato a livello ufficiale (0,2%), presupporrà una ripresa delle attività economiche nel corso dei prossimi trimestri non priva di incertezze”.

A una lettura attenta dei numeri, spiega il magistrato, c’è un +6% di spesa corrente e per investimenti, gonfiati dall’accelerazione dei contributi alle imprese. Ed è sempre Avoli ad avvertire il governo che il debito non può aumentare “a dismisura” e ha “probabilmente raggiunto i limiti massimi di sostenibilità”, rischiando di pesare per tre, forse quattro generazioni future.

Parole che arrivano a poche settimane da quando i lavori per la legge di bilancio 2020 entreranno nel vivo, con una correzione di una decina di miliardi auspicata dall’Ue, i 23 miliardi di aumento Iva indicato nel Def ma che la maggioranza non vuole, e il nodo della flat tax con coperture – finora – fantasma. Anche se un piccolo aiuto alla strategia del governo, che punta sull’assestamento (la cui approvazione in cdm slitta a lunedì) per dimostrare all’Europa spesa più contenuta del previsto, arriva sui costi del reddito di cittadinanza: “sembra assodato che il costo complessivo della riforma stia rispettando le previsioni ed anzi si stia mantenendo nella sua forbice più prudente”.

Il registro dei magistrati riuniti a Viale Mazzini non lesina critiche nemmeno sull’autonomia delle Regioni voluta dalla Lega (“deleteria” se servisse a fini solo localistici) e sugli appalti, dove si invita a evitare normative d’emergenza che creino impunità.

(di Domenico Conti/ANSA)