Yemen, l’Italia verso il blocco delle armi ai sauditi

Scene di guerra nello Yemen dopo un raid dei sauditi.
Scene di guerra nello Yemen dopo un raid dei sauditi. ANSA/STRINGER

ROMA. – Dopo la Germania, la Danimarca, la Finlandia, la Norvegia e i Paesi Bassi, anche l’Italia si prepara a bloccare le esportazioni di alcuni tipi di armi verso l’Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, finché non ci sarà una svolta concreta nel processo di pace con lo Yemen. A chiederlo è una mozione presentata dalle forze di maggioranza, M5s e Lega, e approvata alla Camera. Toccherà ora al governo confermare l’impegno a sospendere le esportazioni di bombe d’aereo e missili che possono essere usati contro i civili.

Al centro delle discussioni e delle polemiche ci sono da tempo le bombe aeree prodotte dalla Rwm Italia di Domusnovas. “Confidiamo – sottolinea parlando di queste ultime il senatore M5s Gianluca Ferrara – che la mozione porti all’immediato stop di queste forniture militari, autorizzate nel 2016 dal governo Renzi, che continuano a partire dalla Sardegna”.

Il testo varato da pentastellati e leghisti chiede anche di lavorare per arrivare a un vero e proprio embargo europeo. D’altronde lo stesso Parlamento Ue aveva chiesto lo scorso 25 ottobre un blocco totale dell’export, per le gravi violazioni del diritto umanitario internazionale accertate dalle Nazioni Unite nella penisola araba.

Soddisfazione per la mossa intrapresa dall’Italia è stata espressa nel mondo della cooperazione umanitaria da Save the Children a Oxfam, secondo cui tuttavia sarebbe più efficace sospendere l’export di tutto il materiale militare, non solo bombe d’aereo e missili, ed estendere il blocco anche agli altri Paesi membri della coalizione: Bahrein, Egitto, Kuwait e Sudan.

Dall’inizio del conflitto con i ribelli yemeniti Huthi, nel marzo del 2015, secondo l’Onu almeno 7.000 civili sono stati uccisi e più di 11.000 sono rimasti feriti nei combattimenti. Il 65% delle morti è stato attribuito agli attacchi aerei della coalizione guidata dai sauditi. Numeri che hanno contribuito a intaccare l’iniziale neutralità della comunità internazionale nei confronti di Riad, il cui credito è stato in seguito ulteriormente ammaccato dall’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, con le accuse rivolte al principe ereditario Mohammed bin Salman.

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