Fiducia degli italiani ai minimi, ma i Btp reggono

Persone camminano per strada con le borse degli acquisti.
Persone camminano per strada con le borse degli acquisti.

ROMA. – La fiducia dei consumatori ai minimi di due anni, quella delle imprese a un passo dai minimi di tre anni: l’Istat fotografa l’impatto del protezionismo globale che si ripercuote inevitabilmente sul Made in italy e sulle famiglie. Ma nonostante la crisi economica, con persino lo 0,2% di crescita 2019 messo in dubbio dalla Corte dei Conti, i Btp reggono, con forti cali dei rendimenti in asta.

A giugno, l’Istat ha stimato una flessione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori da 111,6 a 109,6, il livello più basso da luglio 2017. Tutte le componenti sono in calo: il clima economico e quello futuro registrano una diminuzione più marcata mentre la flessione è più contenuta per il clima personale e per quello corrente. Il clima economico passa da 125,5 a 120,9, il clima futuro diminuisce da 115,6 a 112,3, il clima personale flette da 107,4 a 105,6 e il clima corrente scende da 109,6 a 107,6.

Non va meglio per le imprese: l’indice scende da 100,2 a 99,3. Non è un minimo, ma siamo a un passo dal 98,8 di aprile, il livello più basso dal 2016. Con una flessione nel comparto manifatturiero e, soprattutto, nelle costruzioni (l’indice cala, rispettivamente, da 101,9 a 100,8 e da 144,3 a 140,9); nei servizi l’indice registra una diminuzione più contenuta (da 99,3 a 98,9) mentre nel commercio al dettaglio sale da 102,7 a 104,7.

Una situazione di peggioramento delle aspettative su consumi ed export che arriva in ritardo con quanto già sta accadendo in Europa, con la fiducia in Germania colpita duramente dai dazi di Trump che saranno sul tavolo dei negoziati al G20 di Osaka. Una situazione che, inevitabilmente, mette a rischio la crescita (c’è chi parla di doppia recessione) e con essa i conti del governo impegnato in un difficile negoziato per evitare una procedura per deficit eccessivo dall’Ue.

Ma il mercato sembra fare spallucce e non credere allo scontro finale fra Roma e Bruxelles. La Borsa regge (+0,40%) e lo spread è sotto i 250 punti base, non c’è l’impennata oltre quota 300 punti base che qualcuno pronosticava per le dichiarazioni guerreggianti contro l’Europa di alcuni membri della maggioranza e per il debito che non scende. Perché il clima globale premia i titoli di Stato, con le banche centrali che promettono politiche monetarie espansive, i tassi in calo ovunque che fanno del 2,13% dei Btp decennali italiani (spread oggi a 245) un rendimento assai appetitoso. E così nell’asta  i tassi sono calati di circa 50 punti base sia sul Btp a cinque anni (2,25 miliardi di euro) che sul 10 anni (2,75 miliardi). Collocato anche il Ccteu per un miliardo con un rendimento a 1,60.

(di Domenico Conti/ANSA)

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