No Tav promettono lotta durissima: “Solo opzione zero”

Una marcia dei No-Tav in Valle di Susa con striscioni. Governo
Una marcia dei No-Tav in Valle di Susa. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – “Ci prepariamo a una lotta durissima”. Il movimento No Tav non arretra di un millimetro e scava l’ultima trincea. Nessuno sconto, nessuna apertura a soluzioni alternative come mini-Tav e simili, mobilitazione permanente e iniziative a sorpresa. Perché “l’opzione zero è l’unica accettabile”. L’annuncio arriva dopo una riunione del coordinamento dei comitati e la manifestazione con cui, il 26 giugno, è stata “aperta la campagna estiva”.

Un gruppo di attivisti valsusini e di autonomi del centro sociale Askatasuna avevano oltrepassato il perimetro del cantiere di Chiomonte e, posizionandosi alle spalle del check point che presidia l’accesso nella zona di una centrale elettrica, aveva allestito un gazebo. Per quaranta di loro, ora, si profila una denuncia.

Chiamare a raccolta i simpatizzanti e serrare i ranghi è la contromossa a una serie di sviluppi che in Valle di Susa vengono guardati con apprensione. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha affermato che “il Paese non può essere governato solo dalle emergenze e va sbloccato a partire dalla Tav, che è un’opera simbolo”.

Il 25 giugno il cda di Telt ha autorizzato la pubblicazione dei cosiddetti ‘avis de marchés’, l’invito a candidarsi ad effettuare gli interventi previsti per la realizzazione dei 57,5 km del tunnel di base, e il giorno seguente la coordinatrice Ue per il Corridoio Mediterraneo, Iveta Radicova, ha garantito che “il progetto continua”.

Le puntualizzazioni del ministro Danilo Toninelli (“gli ‘avvisi’ non sono appalti”) non sono bastate ai No Tav. Il movimento valsusino, anzi, “depreca l’inattività del governo nei confronti degli iter di gara intrapresi da Telt” soprattutto alla luce “di un’analisi costi-benefici che dovrebbe indurre l’esecutivo ad annullare l’opera”.

La porta è chiusa a qualsiasi soluzione di compromesso. Nel mirino, in particolare, c’è l’idea del Comune valsusino di Venaus, una delle roccaforti storiche dei No Tav sul territorio: interventi sulla ferrovia Torino-Bardonecchia con costruzione di un tunnel tra l’Alta Valle e Modane parallelo a quello già esistente.

I comitati hanno preso nettamente le distanze: non se ne parla nemmeno. Non rimane quindi che una strada: l'”opzione zero”, con l’apertura di una discussione su come adeguare la linea attuale “agli standard di sicurezza” per farci passare i treni senza rischi. Altre iporesi verranno combattute “con forza e determinazione”.

(di Mauro Barletta/ANSA)

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