A Lampedusa, turisti distratti e emergenze irrisolte

"Lampedusa currì", Claudio Baglioni e Gianni Morandi.
"Lampedusa currì", Claudio Baglioni e Gianni Morandi.

LAMPEDUSA. – Sulla spiaggia della Guitgia non c’è un lettino libero, le barche che portano la gente nelle cale più lontane sono piene come i ristoranti su via Roma, lo struscio di Lampedusa, i voli charter da Milano, Verona, Roma continuano a scaricare centinaia di turisti che non vedono l’ora di un bagno nelle acque trasparenti dell’isola dei Conigli.

A guardarla dalla terra, la Sea Watch 3 è distante molto più delle tre miglia dove è bloccata in attesa di poter sbarcare i 40 migranti rimasti a bordo: l’isola segue distratta la vicenda, arrivata nel momento dell’esplosione della stagione, che qui finisce anche a ottobre. E i motivi sono diversi. Il primo lo spiega il sindaco, Totò Martello.

“Non è che l’isola sia indifferente, non lo è mai stata. Anche perché gli sbarchi, come dimostra anche il barchino arrivato questa mattina, ci sono sempre stati. L’isola è incazzata e infastidita perché tutti si mobilitano per i problemi di una nave che, per carità, sono importanti. Ma nessuno prende in considerazione i problemi dell’isola, che sono tanti”.

Quali? “Le tasse non sono più sospese, per esempio, – dice il sindaco – e il porto è pieno di imbarcazioni di migranti che stanno per affondare e che nessuno rimuove. La nostra nave che assicura il collegamento con porto Empedocle l’hanno messa sul collegamento con Napoli e a noi hanno lasciato una nave vecchia di 40 anni che si rompe ogni giorno. E hanno tolto il raddoppio della guardia medica, così se c’è un incidente non abbiamo chi guida l’ambulanza. Tutti se ne fottono e a pagare siamo noi”.

Poi c’è il fatto che l’isola, non da oggi, è divisa. Tra chi non li ha mai voluti, i migranti, e quelli che dell’accoglienza hanno fatto una scelta di vita. Tra i primi la leader è Angela Maraventano, l’ex vicesindaco quando sull’isola governava Forza Italia ma soprattutto plenipotenziaria leghista. Da giorni organizza sul molo un presidio contro lo sbarco. “Non vogliamo essere complici di chi traffica carne umana, non devono sbarcare, qui non entra nessuno senza permesso perché noi rispettiamo le leggi”.

Con lei un gruppo di cittadini. “Non vogliamo rivedere le scene del 2011, con 9mila in giro e noi chiusi dentro casa, mai più” dicono ricordando l’invasione dei tunisini. L’altra faccia dell’isola è Giusi Nicolini, l’ex sindaco che si è battuta da sempre per un’accoglienza umana e dignitosa. E sono i ragazzi del forum Lampedusa solidale che da giorni dormono sul sagrato della chiesa in solidarietà con i 40 della Sea Watch.

“Bisogna porre fine a questa sofferenza inutile e prolungata – dice il parroco don Carmelo La Magra – in questo momento queste persone hanno la vita quasi sospesa tra una sponda e l’altra del mare. Questa situazione va risolta”. E poi ci sono i turisti. Quelli che proprio non ne vogliono sapere, quelli che si girano dall’altra parte e quelli che tra un arancino e una brioche col gelato si affacciano sul molo.

“Ma dai, ma ti pare che vanno tenuti lì, stanno lì fino a quando? Fino a quando ci devono stare?” dice un signore milanese. “Farli sbarcare e la cosa più giusta – aggiunge un altro – poi certo vanno ricollocati”. I due restano cinque minuti, continuano a dire la loro. Poi riprendono il motorino e tornano in spiaggia.

(dell’inviato Matteo Guidelli/ANSA)

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