Esplosioni dallo Stromboli, un morto e paura tra i turisti

Pioggia di lapilli dallo Stromboli
Pioggia di lapilli dallo Stromboli. (ANSA)

STROMBOLI (MESSINA). – Due violente esplosioni, alle 16:46, di quelle che lo caratterizzano, ma con un’energia maggiore del solito. Anzi “tra le più forti mai registrate da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano, cioè dal 1985”. Così Stromboli ha seminato paura, fuoco e morte sull’isola, con due colate laviche che scendono dalla Sciara del fuoco dirette a mare, e causato il decesso di un turista che stava facendo un’escursione a Punta del Corvo, un sentiero libero di Ginostra, assieme a un amico.

L’uomo forse è stato colpito da qualche masso lavico o è caduto o è rimasto vittima di uno dei tanti incendi causati dai lapilli incandescenti che sono caduti su canneti e arbusti appiccando il fuoco anche a quote non alte, e facendo fuggire la gente. C’è stato chi ha cercato riparo in casa, chi si è buttato in mare per paura dei roghi. Chi è caduto, precitando, come due escursionisti per il cui salvataggio sono impegnati i vigili del fuoco con un elicottero. E chi ha potuto, se aveva una barca o un amico o un conoscente con un natante, si è allontanato.

Scene di panico su uno dei vulcani più sorvegliati, in mare e nelle sue ‘viscere’, ma incontrollabile. Viste dal mare sono sembrate le immagini di un film sulle catastrofi naturali, con un denso fumo scuro che ha ricoperto buona parte dell’isola dell’arcipelago delle Eolie. La zona più colpita la piccola frazione di Ginostra, con un morto e tanti e danni. Dove, racconta il giornalista e proprietario di un bazar, Giancarlo Giuffè, “tutte le persone che si trovavano al villaggio, circa un centinaio tra turisti e residenti, si sono barricate in casa e si sono lanciate in mare”.

Piano piano nella frazione la situazione si avviata alla normalità, a parte il distacco dell’energia elettrica e, paura su paura, quando, per il caldo è esplosa una bombola di gas, senza provocare danni o feriti. Eppure sul molo, quando è arrivato un aliscafo, una settantina di turisti, terrorizzati, sono saliti a bordo per lasciare l’isola. Come conferma padre Giovanni, parroco di Stromboli: “chi ha più paura sta cercando di andare via da Ginostra, ma può farlo soltanto via mare”.

Da quel mare dove il 30 dicembre del 2002 si sollevò un’onda anomala alta 20 metri che travolse l’isola per il distacco di due milioni di metri cubi di pietra lavica dal costone della Sciara del fuoco, l’equivalente di un palazzo di 30 piani. Da allora l’isola è costantemente monitorata. E anche grazie alle precedenti esperienze che si è messa subito in moto la macchina dei soccorsi, coordinata dalla protezione civile: i vigili del fuoco insieme ad un Canadair della forestale sono entrati in azione per spegnere i diversi focolai di incendi che si sono sviluppati in diverse zone dell’isola, soprattutto tra i canneti.

Sul posto sono intervenuti anche militari della Guardia Costiera di Lipari e personale delle forze dell’ordine. I vigili del fuoco sono anche presenti con due elicotteri, uno decollato da Salerno e l’altro da Catania. In serata l’Ingv ha sottolineato che il violento fenomeno esplosivo “si può considerare sostanzialmente concluso”, ma non è possibile prevedere se ci saranno delle repliche. “Sono fenomeni imprevedibili – ha spiegato il direttore dell’Osservatorio Etneo dell’Ing, Eugenio Privitera – di conseguenza non si possono fare scenari”.

E ha ricordato che casi di emissione di così grande energia “sono abbastanza rari, perché lo Stromboli è caratterizzato da un’attività continua ma a bassa energia”. Ma la paura continua a permeare Stromboli e i suoi abitanti. In molti si preparano a passare la notte all’aperto, con gli occhi puntati su ‘Iddu’, lo Stromboli.

(di Mimmo Trovato/ANSA)