Stromboli: verso normalità, ma resta allerta sul vulcano

Pioggia di lapilli dallo Stromboli
Pioggia di lapilli dallo Stromboli. (ANSA)

STROMBOLI (MESSINA). – Stromboli oggi è più che un porto: chi va, chi torna. Con due ‘facce’ contrapposte: quella esterna, con turisti al mare, e quella interna, con i suoi condotti magmatici che restano attivi. Normalità e allerta. Sono le caratteristiche dominanti nell’isola dell’Eolie all’indomani della violenta esplosione, quella di maggiore energia registrata dal 1985 ad oggi, che ha provocato la morte di un 35enne appassionato di mare, vulcano e foto, Massimo Imbesi, sul sentiero di Punta del Corvo a Ginostra.

Con lui c’era un suo amico e coetaneo brasiliano, Thiago Takeuti, che rivive la tragedia dicendosi “miracolato” e chiedendosi “perché sono rimasto vivo io?”. Ha negli occhi ancora quei momenti terribili: “Dopo l’eruzione – ricostruisce – abbiamo cercato riparo in una zona dove il fuoco era già passato e pensavamo non tornasse. Ma correndo tra le pietre e i lapilli siamo caduti a terra. Respirava sempre più affannosamente. Ho provato a rianimarlo ma non c’era più niente da fare…”.

La salma di Imbesi, portata nella notte a Milazzo con una motovedetta della Gdf, dopo un’ispezione cadaverica su disposizione della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto è stata restituita ai familiari per i funerali. Il premier Giuseppe Conte, rimasto in costante contatto con il Dipartimento della Protezione Civile per essere aggiornato sulla situazione, ha “ringrazio tutte le forze coinvolte nelle operazioni di soccorso e assistenza” e rivolto “un pensiero a Massimo Imbesi e un abbraccio a i suoi cari”.

Intanto Stromboli cerca di tornare alla normalità. C’è gente che fa il bagno nella spiaggia di Petrazze, e ci sono due Canadair che fanno il pieno di acqua in mare per lanciarla sui focolai rimasti accesi sul costone dell’isola, lontani dal centro abitato. Un contrasto forte, anche se chi vive sotto un vulcano attivo è abituato a convivere con ‘Iddu’ (‘Lui’), come lo chiamano da queste parti. E anche chi parte promette amore eterno all’isola: torneremo anche il prossimo anno.

A fronte delle circa 100 persone che hanno lasciato di corsa Stromboli, oltre 20 hanno già fatto rientro. “Se non ci sono altre attività come quelle di ieri – spiega il comandante del corpo dei vigili del fuoco, Fabio Dattilo – la situazione sta tornando alla normalità. Restano alcuni focolai che saranno spenti dai Canadair. In ogni caso noi manterremo il presidio anche per i prossimi giorni”.

Anche perché il vulcano, che si estende sotto il livello del mare per circa 3.000 metri, “è ancora in disequilibrio”, ricorda Eugenio Privitera direttore dell’Osservatorio etneo e dell’Ingv di Catania. Inoltre i “tremori registrati nei condotti magmatici interni da ieri sera sono saliti a livelli alti” e per precauzione il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, ha disposto il divieto di escursioni.

Ci sono state altre esplosioni nella notte che i residenti, per le vibrazioni delle case, hanno ricondotto erroneamente a dei piccoli terremoti. Segnali che hanno indotto il dipartimento della Protezione civile ad alzare il livello di allerta a ‘giallo’.

“Il vulcano resta un sorvegliato speciale”, conferma Privitera. Una linea condivisa dalla prefettura di Messina: “al momento – affermano da Palazzo di governo – non abbiamo situazioni che possono indurre a far evacuare l’isola alla luce delle valutazioni tecniche. Chiaramente il vulcano è imprevedibile dobbiamo tenere conto di questo”.

E per mera precauzione nel porto di Stromboli, su indicazione della Regione Siciliana, è già arrivata la motovane Helga della Caronte & Tourist Isole Minori come mera misura preventiva di soccorso. La zona maggiormente colpita è quella di Ginostra: la piccola frazione marinara ha le piccole stradine coperte da un spesso strado di cenere lavica, lapilli carbonizzati e pomice nera. Sul posto, per dare una mano a pulire e a rendere sicure e accessibili le vie di fuga, è arrivata una squadra di volontari.

(di Mimmo Trovato/ANSA)

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