Tria all’Eurogruppo, a settembre aggiustamento 2020

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria, ill ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, e il commissario europeo Pierre Moscovici. Manovra
Il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, e il commissario europeo Pierre Moscovici. (ANSA/AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

BRUXELLES. – Per stoppare la procedura per debito l’Italia ha fatto un “grosso sforzo”, ma non l’ha fatto perché lo chiedeva l’Europa, bensì perché ridurre l’enorme e costoso fardello fa bene all’economia del Paese. Il ministro dell’economia Giovanni Tria difende le ultime scelte del Governo ed arriva all’Eurogruppo sollevato dallo scampato pericolo.

Anche se l’Europa non la vede proprio allo stesso modo: per il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno lo stop alla procedura è certamente una buona notizia per l’Italia, ma è anche l’avvio di un monitoraggio strettissimo della Ue sugli impegni presi da Roma per il 2019 e il 2020, perché “il debito è preoccupante e devono proseguire gli sforzi per ridurlo”.

Intanto, sul 2019, affiorano i dubbi dei tecnici del Servizio Bilancio del Senato che chiedono “dati che consentano di valutare il grado di attendibilità della stima di risparmi nel 2019”. E sollevano dubbi sulle risorse ‘congelate’ per un miliardo e mezzo. “Stiamo facendo quello che dobbiamo fare per l’economia italiana, stabilizzando il debito”, non lo facciamo “solo per rispondere all’Europa”, ma “lo facciamo fino a quando pensiamo che questo coincide con gli interessi italiani”, ha detto il ministro entrando alla riunione dell’Eurogruppo che all’ordine del giorno aveva anche il caso Italia, e la soluzione che Governo e la Commissione hanno trovato la scorsa settimana.

“I ministri hanno ascoltato buone notizie” sull’Italia, in quanto c’è stato “un miglioramento significativo del bilancio italiano 2019 e la Commissione ha spiegato che la procedura non è più giustificata”, ha detto Centeno. Inoltre, Tria ha illustrato ai colleghi i dettagli degli impegni aggiuntivi, “e i ministri hanno plaudito ai risultati” raggiunti.

Il presidente dell’Eurogruppo lascia però il faro acceso sul problema: “Il debito è preoccupante e devono proseguire gli sforzi per ridurlo”, per questo l’Eurozona resta concentrata sulle mosse italiane, per assicurarsi non solo che rispetti gli impegni sul 2019 ma anche che metta a punto una legge di stabilità 2020 in piena sintonia con le regole del Patto che Tria e il premier Conte hanno promesso di rispettare.

Centeno definisce il controllo europeo “processo di sorveglianza multilaterale”, una prassi “già usata in Ue”, che assicura il rispetto delle regole attraverso la pressione applicata dalla Commissione e dall’Eurogruppo ed Ecofin. Tria per ora è soddisfatto, e conferma la volontà di rispettare i target. “Lo sforzo grosso lo abbiamo fatto quest’anno, ovviamente bisogna continuare in quella direzione, l’importante è la stabilizzazione e la discesa del rapporto debito Pil”, assicura.

Ma non si lega le mani sul futuro: “Vedremo come andrà l’economia nel secondo semestre e lì prenderemo le decisioni ultime”. E’ quindi troppo presto per quantificare l’aggiustamento strutturale che il Governo inserirà nella manovra 2020. Tria è consapevole che “bisogna arrivare ad un qualche aggiustamento”, ma non fa cifre. Da parte sua nemmeno la Commissione Ue molla il dossier italiano.

“Non è la fine della storia, come abbiamo detto la scorsa settimana, la Commissione Ue continuerà a monitorare da vicino nei prossimi mesi l’esecuzione del bilancio 2019. In particolare, esamineremo attentamente il progetto di bilancio 2020 che ci sarà consegnato il 15 ottobre, e saluto la volontà del Governo di mantenere un dialogo costruttivo con la Commissione in vista di questa scadenza”, ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. Il quale non vuole entrare nella polemica sulla flat tax, ma ricorda che la lettera con cui Tria e Conte si sono impegnati a rispettare i target di 2,5% di deficit per il 2020 è un impegno preso da tutto il Governo, “inclusi i vicepremier”.

(di Chiara De Felice/ANSA)