Commercio, a maggio vendite in calo. Rilevazione Istat, flessione 0,7%

Persone davanti alle vetrine di un negozio che propopne la svendita dei prodotti. Commercio.
Persone davanti alle vetrine di un negozio che propone la svendita dei prodotti. Commercio.

ROMA. – I consumi non ripartono e sul commercio si allungano nuove ombre con ricadute negative anche nella grande distribuzione, mentre l’unico comparto in netta crescita si conferma quello del commercio elettronico. A maggio le vendite al dettaglio hanno segnato una diminuzione congiunturale dello 0,7% in valore e dello 0,8% in volume. La rilevazione dell’Istat mette in evidenza come la flessione sia generalizzata e abbia coinvolto sia le vendite dei beni alimentari (-1,0% in valore e -1,1% in volume) sia quelle dei prodotti non alimentari (-0,5% in valore e -0,6% in volume).

Su base annua, si è registrato un calo dell’1,8% in valore e dell’1,5% in volume con una diminuzione sia per la grande distribuzione (-0,4%) sia per i piccoli negozi (-3,6%). Continua invece l’ascesa del commercio via Internet con un +10,6% e segnano una crescita le vendite dei discount alimentari (+2,2%). Il calo delle vendite riguarda quasi tutti i gruppi di prodotti – con la performance peggiore per il settore dell’abbigliamento (-4,9%) – ad eccezione di dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (+2,3%), Elettrodomestici, radio, tv e registratori (+0,4%) e Mobili, articoli tessili, arredamento (+0,1%).

Nell’elaborazione dell’Istat viene anche rilevato come si sia ulteriormente ampliato il differenziale di crescita tra le imprese di piccola dimensione, sotto i 5 addetti, che vedono una flessione tendenziale del 4,8%, e quelle grandi, con oltre 50 addetti, che registrano un modesto incremento (+0,4%). Per Confcommercio, le difficoltà delle imprese più piccole rappresentano “un campanello d’allarme per una parte significativa del tessuto produttivo” mentre dalle tabelle di Bankitalia emerge un preoccupante rallentamento dei prestiti alle aziende (-0,2%).

E se crescono del 2,6% i prestiti erogati alle famiglie, per far ripartire i consumi, Confesercenti, Federdistribuzione e Federconsumatori chiedono al governo misure per rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie alleggerendo la pressione fiscale, scongiurando l’aumento dell’Iva e rilanciando il mercato lavoro e politiche dei redditi.

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