Beni Culturali: Palazzo Bonaparte si apre a Roma

Il ministro dei beni e le attività culturali Alberto Bonisoli, al taglio del nastro.
Il ministro dei beni e le attività culturali Alberto Bonisoli, al taglio del nastro. (ANSA)

ROMA. – Maria Letizia Ramolino, anche nota come Letizia Bonaparte, ne aveva fatto la sua casa nel 1818 (lo resterà fino alla sua morte nel 1836) acquistandolo per 27 mila piastre d’oro. Lo aveva trasformato in un sacrario dedicato al figlio Napoleone (nelle lettere si firmava Madame Mère), e dal ‘Bussolotto’, il famoso balconcino verde, tra Piazza Venezia e Via del Corso, tutt’oggi esistente, passava le giornate a guardare, senza essere vista, la gente e le carrozze passare.

E’ una delle immagini più forti legate alla storia di Palazzo Bonaparte, che Generali Italia dopo un restauro di oltre 12 mesi interno ed esterno, rende il primo spazio del proprio progetto Valore cultura. L’obiettivo di Generali Italia è valorizzarlo come nuovo polo d’arte e cultura per la comunità, in collaborazione con Arthemisia. Per celebrare l’evento, oggi 9 luglio dalle 14 alle 24 il Palazzo sarà aperto a tutti e visitabile gratuitamente.

La prima mostra che vi verrà ospitata sarà, dal 6 ottobre, ‘Impressionisti segreti’ con oltre 50 opere, normalmente inaccessibili, provenienti dalle più importanti collezioni private del mondo, di artisti come Monet, Renoir, Cezanne, Sisley, Caillebotte e Gauguin.

“Mi piace tagliare i nastri soprattutto quando ci si riappropria di un edificio così importante, nel posto giusto a Roma, dove si potrà fare un’operazione di potente valorizzazione di diffusione culturale – spiega il ministro dei beni e le attività culturali Alberto Bonisoli -. Siamo nel pienissimo centro di Roma e da questo punto di vista Roma ha bisogno di avere qualche spazio espositivo in più per avere ancora maggiori possibilità di offrire a tutti i cittadini, romani e non, una ampia e diversificata offertagli culturale”.

Scrigno barocco dal rigore rinascimentale, con circa 3000 metri quadrati di mosaici, affreschi e stucchi, Palazzo Bonaparte, opera dell’architetto Giovanni Antonio De Rossi, dalla sua fondazione nel 1677 (i lavori erano iniziati 20 anni prima), ha visto avvicendarsi le famiglie romane dei Cervini Margani, D’Aste e Rinuccini, prima dell’arrivo di Letizia Bonaparte, che vi conservava anche il modello in gesso, tutt’ora nell’edificio, ricevuto in regalo da Canova, della gigantesca statua del Marte pacificatore, dedicata a Napoleone.

“Quello che inizia da oggi è un percorso di riapertura del Palazzo alla città – spiega Marco Sesana, Country Manager e Ceo di Generali Italia e Global Business Lines – ed è quello che stiamo facendo con tante altre iniziative. Riaprire palazzi, beni, patrimoni di Generali, nelle diverse parti del Paese e restituirle alle comunità locali”.

L’apertura di Palazzo Bonaparte, che ha il patrocinio del Mibac, Roma Capitale e Regione Lazio, “rientra fra le operazioni del progetto di Generali Italia, ‘Valore Cultura’, che in tre anni – aggiunge Sesana – ha avuto come risultato più importante il coinvolgimento di 3 milioni e mezzo di persone in tutte le nostre iniziative (80 dal 2016, ndr), che hanno avuto un grandissimo successo”.

Palazzo Bonaparte “è uno dei beni più belli del nostro patrimonio immobiliare – dice Lucia Sciacca, Direttore Comunicazione e sostenibilità di Generali Italia -. Il volerlo restituire alla città, come primo spazio di ‘Valore Cultura’ viene dalla nostra convinzione che l’arte è motore di crescita per la comunità e il Paese”.

In questo momento “abbiamo molte forme di mecenatismo nella città – ricorda Luca Bergamo, vicesindaco di Roma, con delega alla crescita culturale, che apre anche a nuove forme di collaborazione per Palazzo Bonaparte – . Restituire un bene come questo alla città è un segnale che va nella direzione che auspico, di collaborazione, di superamento delle rispettive differenze per costruire insieme”.

(di Francesca Pierleoni/ANSA)

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