Anche Johnson “contro l’Islam”, è polemica nel Regno

L' exsindaco di Londra Boris Johnson, criticó duramente la existencia de presos políticos en Venezuela.
L' exsindaco di Londra, Boris Johnson sotto la bufera

LONDRA. – Torna l’accusa di “islamofobia” nei confronti di Boris Johnson, candidato super favorito a prendere il posto di Theresa May come leader Tory e premier britannico nel ballottaggio con Jeremy Hunt che si deciderà la settimana prossima.

A rilanciarla – sullo sfondo della bufera etnico-confessionale innescata in queste stesse ore dall’altra parte dell’oceano da Donald Trump, che di Johnson si dice amico e di cui condivide le posizioni pro Brexit – è il progresista Guardian: rispolverando un testo pubblicato dal prolifico ex ministro degli Esteri ed ex sindaco di Londra nel 2006, che non ha mancato di scatenare immediate reazioni di collera da parte di esponenti di primo piano della comunità musulmana del Regno.

Nello scritto in questione, in appendice a un saggio di divulgazione storica sull’Impero Romano dal titolo ‘The Dream of Rome’, Johnson cita la storia dell’Islam come fattore connesso con molte delle guerre scatenatesi dopo la sua nascita. E soprattutto imputa alla religione musulmana la responsabilità di aver lasciato le donne “letteralmente secoli indietro” rispetto all’occidente, nel percorso verso la parità di diritti.

Parole sconcertanti secondo Tell Mama, un’ong che censisce le denunce di atti di odio anti-islamico nel Regno Unito. E che secondo Mohammed Amin, ex presidente del Conservative Muslim Forum, sarebbero la dimostrazione di come “Boris” – preso di mira più di recente per aver paragonato sarcasticamente le donne in burqa a “rapinatori” o “cassette per le lettere” – “promuova attivamente l’odio per i musulmani”.

C’è da capire – ha commentato in tono meno acceso, ma comunque polemico il Muslim Council of Britain in una nota – se il probabile “prossimo primo ministro ritenga l’Islam intrinsecamente incompatibile con il cammino verso il progresso e la libertà”. “Molte persone se lo chiedono”, ha sottolineato la principale organizzazione di rappresentanza dei musulmani britannici: una realtà che pesa oggi per circa il 5% della popolazione di sudditi di Sua Maestà, secondo le ultime stime; e con tendenza all’aumento.

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