Salvini scrive a prefetti, via a censimento campi rom

Poliziotta controlla lo sgombero di un campo rom. Dietro di lei un padre con bambino in braccio.
Poliziotta controlla lo sgombero di un campo rom. Dietro di lei un padre con bambino in braccio. (ANSA)

ROMA. – Dopo averlo annunciato per mesi, Matteo Salvini avvia il censimento dei campi rom: con una circolare ai prefetti il ministro dell’Interno chiede di avere sul suo tavolo entro due settimane una relazione contenente “il quadro dettagliato e aggiornato in tempo reale” degli insediamenti autorizzati e abusivi in tutta Italia per poi procedere, “come da programma, a chiusure, sgomberi, allontanamenti e ripristino della legalità”.

Il titolare del Viminale tira dunque dritto per la sua strada, nonostante il caso dei presunti fondi russi destinati alla Lega e le polemiche con il premier e gli alleati di governo per la riunione con le parti sociali convocata al Viminale: “io mi occupo di vita reale e di problemi veri” ha ribadito anche oggi fedele a quello che, da quando siede sulla poltrona di vicepremier e ministro dell’Interno, ha sempre sostenuto: tutti i campi vanno chiusi, al massimo entro la fine della legislatura.

Secondo i dati di Amnesty International e dell’Associazione 21 luglio, ci sono 15mila persone di etnia rom che vivono in 127 ‘baraccopoli istituzionali’ sparse in 74 Comuni: il 45% sono di nazionalità italiana e la metà sono minorenni. Circa 10mila vivono invece nelle ‘baraccopoli informali’, cioè i campi abusivi. Per Salvini però non fa differenza, perché in entrambi si vive in condizioni “di degrado, sporcizia, violenza o illegalità”. Ed infatti nella circolare si sottolinea proprio la necessità di porre l’attenzione su quelle “situazioni di illegalità e di degrado” che “spesso configurano un concreto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica”.

Ai prefetti il ministro chiede dunque di avviare una “ricognizione urgente” di rom, sinti e camminanti ma, consapevole delle polemiche, mette nero su bianco che gli accertamenti vanno fatti “nel rispetto dei diritti della persona” e “delle normative nazionali e internazionali”.

Il censimento dovrà riguardare diversi aspetti: la tipologia degli insediamenti e la densità abitativa, le condizioni dei campi (presenza di reti idriche, elettriche e fognarie, allacci abusivi), la presenza di strutture fisse e mobili, il numero di minori presenti negli insediamenti, le loro condizioni e le percentuali di abbandono scolastico. I prefetti dovranno ora convocare i Comitati provinciali per l’ordine pubblico e la sicurezza, in modo da predisporre le “ricognizioni” nei campi e mettere a punto entro 15 giorni la relazione da inviare al Viminale.

Sarà quella la “piattaforma di discussione” da cui partire per poi approfondire le singole situazioni e arrivare ad un “intervento di sistema in maniera organica e continuata”. Quale? il “superamento delle situazioni di degrado” dice ancora la circolare, e il “ripristino delle condizioni di legalità” attraverso un “progressivo sgombero delle aree abusivamente occupate”.

Contro il censimento si schiera il deputato radicale di +Europa Riccardo Magi. “La circolare – dice – non solo ha carattere chiaramente discriminatorio ma rappresenta la riproposizione di soluzioni già giudicate illegittime in passato, e che produrranno sperpero di soldi pubblici”. Contraria anche l’Associazione 21 luglio. E’ una misura “chiaramente discriminatoria, che prepara il terreno ad una situazione emergenziale che già nel 2011 era stata dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato”.

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