Boccia: “Basta litigi nel governo. Su Gronda serve la ragione”

Vista dell'assemblea generale di Confindustra, sul maxischermo l presidente Vincenzo Boccia durante la sua relazione.
L'Assemblea annuale di Confindustria (Ansa)

MATERA. – Critica dei conflitti (“Non fanno bene a nessuno”) e richiamo alle cose importanti da fare (“Il Paese ha bisogno di crescita e lavoro”, senza dimenticare che c’è un importante commissario europeo da indicare e nomine da fare in posizioni italiane di vertice”): sono stati questi i “poli” fra i quali si è mossa oggi, a Matera, la riflessione sviluppata con i giornalisti dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.

Con una importante “postilla” sulla Gronda di Genova, il cui progetto è a rischio: “E’ venuto il momento di premiare la ragione, non la ricerca del consenso”, ha detto il numero uno degli industriali, secondo cui attivare infrastrutture, creare lavoro e sviluppo sarebbe “un toccasana” non solo per Genova ma anche per la Liguria e tutto il Paese.

Giunto nella Capitale europea della cultura 2019 per partecipare ad un convegno promosso da Conad su “Valore e valori della filiera del Made in Italy” – a cui comunque ha riservato una parte delle sue risposte – il presidente di Confindustria era atteso “al varco” dai cronisti con il tema più attuale: la tenuta del Governo, i contrasti al suo interno e l’agenda delle cose da fare. “E’ evidente che i conflitti all’interno del Governo non fanno bene a nessuno”, ha risposto Boccia, auspicando che i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, “si chiariscano fra di loro” e imbocchino “un percorso virtuoso”.

E ha spiegato il motivo con chiarezza: “Il Paese – ha detto – ha bisogno di crescere e di lavoro, a partire dai giovani del Mezzogiorno”. Nel ricordare i dati di una ricerca che ha fotografato una realtà davvero preoccupante – al Sud un giovane su due non lavora – Boccia l’ha definita “una questione importantissima”, richiamando la necessità di un “Grande piano di inclusione dei giovani”.

Secco anche il richiamo alle cose da fare: un commissario europeo “di primo livello” da indicare e “dirigenti di primo livello nei nodi decisori di Roma”, per “poi prepararsi alla manovra di ottobre”. Sottolineata la necessità di salvaguardare il “Made in Italy” facendo in modo che l’Italia resti la seconda manifattura d’Europa e stando attenti a “non diventare la terza”.

L’Italia, ha spiegato, “può diventare molto di più di quello che siamo, addirittura una delle prime manifatture al mondo”, ma deve essere “aperta a nord e a sud, non periferia d’Europa ma centrale tra Europa e Mediterraneo”.